ROCK & METAL
IN MY BLOOD
Review by
Fabio
Malavolti
Una tendenza
che sto
notando
negli ultimi
tempi é
quello che
accosta la
musica metal
e la
letteratura,
vuoi per
dare una
linfa
particolare
alla stesura
dei testi,
vuoi per una
passione
particolare
dell'artista,
vuoi per
riprodurre
quelle
atmosfere
particolari
che un libro
non può
esprimere
dettagliatamente
poiché tutto
ciò che
comunica lo
fa
attraverso
le parole e
che quindi
la sua
espressione
può restare
incompleta o
inesatta.
Così, dopo
innumerevoli
tributi ad
Howard
Lovecraft (Nile,
Septicflesh
tanto per
fare due
esempi), la
trattazione
della
filosofia
della natura
di Friedrich
Schelling da
parte degli
Obscura, ed
altri
numerosi
casi, questa
volta i
riflettori
sono puntati
su "Diceria
del
Vampiro",
saggio
settecentesco
ad opera di
Michael
Ranft che
tratta
avvenimenti
riguardanti
il
vampirismo
ed una
conseguente
trattazione
filosofica.
"De
Masticatione
Mortuorum in
Tumulis"
si presenta
come un
album dalle
molteplici
sfaccettature,
composto da
otto brani
pachidermici
le cui
architetture
sembrano
apparentemente
non seguire
alcun filo
logico,
dando
l'impressione
che derivino
da una sorta
di flusso
sonoro
caotico e
casuale. Ed
invece, la
struttura
atipica
delle
composizioni
rivela un
particolarissimo
e macabro
approccio al
death metal,
come pochi
mesi prima
avevano
fatto (e
bene) i
Canadesi
Paroxsihzem
con il loro
self-titled.
Ciò che gli
Ævangelist
ci
presentano
non é
semplicemente
la loro
rivisitazione
di un genere
estremo in
una chiave
mai così
morbosa e
soffocante,
bensì un
autentico
mare di pece
che penetra
inesorabilmente
nelle nostre
orecchie. La
permanenza
di uno dei
due membri
-Reuben
Christopher
Jordan,
alias Matron
Thorn- in
diversi
progetti
black metal,
come
Bethlehem,
Leviathan e
Benighted in
Sodom (di
cui é il
mastermind),
ha
inevitabilmente
inciso molto
sulla
realizzazione
del disco,
considerando
i
numerosissimi
loop di
chitarra,
presenti
praticamente
in tutti i
brani, e la
monoliticità
degli stessi
che sfocia
più volte in
pura
cacofonia.
Questa
spiccata
ricercatezza
a livello di
songwriting
ne penalizza
naturalmente
la
comprensione
e
l'assimilazione
soprattutto
dopo pochi
ascolti,
cosicché é
quasi
necessario
immergersi
innumerevoli
volte in
questa
mortifera
fanghiglia
sonora prima
di coglierne
tutte le
sfaccettature,
ma devo dire
che,
personalmente,
ne é valsa
la pena. E'
uno di quei
dischi senza
mezze
misure, o lo
adori o lo
odi, senza
compromessi.
Più o meno
lo stesso
discorso
valevole per
gli
Australiani
Portal, dei
quali non ne
sono
assolutamente
una brutta
copia,
nonostante
diversi
punti di
incontro fra
le due
band.
Uno di
questi é
senza dubbio
il fatto che
i loro brani
sono spesso
pachidermici,
mastodontici,
ti danno
quella
sensazione
di
sprofondare
in un pozzo
senza fondo
per quanto
la loro
musica sia
disturbante
(come in "Hierophant
Disposal
Facility").
Al bando i
tecnicismi,
ritmi a
millemila
all'ora, ciò
che conta é
che il
massacro sia
più lento e
morboso
possibile.
Il disco
prende il
via
all'insegna
di un
viaggio
attraverso i
meandri più
inesplorati
della mente
umana,
attraverso
un
lunghissimo
intro di
estrazione
dark ambient,
opprimente e
"maleodorante".
Le urla
agonizzanti
di una donna
si stagliano
sul solido
tappeto di
synth
generando
un'atmosfera
tetrissima,
da film
dell'orrore
di qualche
decina di
anni fa.
Poi,
all'improvviso,
uno
spiraglio di
luce fa
capolino
dando vita
ad un mood
etereo ma
allo stesso
tempo
tremendamente
malinconico.
Le urla
vengono
sostituite
da un pianto
disperato,
mentre
oscure
presenze ci
attanagliano
la mente e
ci fanno
correre
brividi
lungo la
schiena con
i loro
mortiferi
sussurri.
"Anno
Mortii:
Gnostic
Transcendental
Heresy"
si
snoda poi
attraverso
sei minuti
di death
metal
malatissimo,
oscuro da
far paura e
poderoso
come un
fiume di
pece in
piena.
Dinanzi a
noi si erge
il demone
Ascaris ed
il suo
gutturale,
cavernosissimo
growl,
mentre
Matron Thorn
"dipinge" un
contesto
catacombale
e vorticoso
che meglio
non potrebbe
rappresentare
le
annichilenti
e maligne
ventate di
un' oscura
bufera.
"Pendulum",
uno dei tre
brani
inseriti
nell'ep del
2011,
percorre un
tracciato
alquanto
simile a
quello della
opening
track. Le
macabre
sonorità
della
seconda
parte del
brano appena
riassunto
vengono
riprese in
un sunto di
quasi sei
minuti che
però avanza
ad un ritmo
più lento,
pachidermico
e goffo.
L'ottimo
pattern di
batteria
finisce in
primo piano
a discapito
di un
riffaggio
che si
limita a
svolgere il
compitino ma
che non é
nulla di
trascendentale.
Il terzo
brano é
quello che
reputo il
migliore
dell'intero
lotto:
"Death
Illumination"
é in
assoluto il
brano più
maligno ed
efferato mai
composto dal
duo di Fort
Lauderdale.
Sonorità ai
limiti della
cognizione
umana,
grumose e
morbose ai
limiti
dell'inverosimile
si traducono
in un
refrain
gustosamente
caotico e
vertiginoso
per merito
dell'accozzaglia
di suoni
cupi e
martellanti
che
contraddistinguono
in generale
la musica
degli
Ævangelist,
ma che qui
appaiono
ispirati
come non
mai. La
morbosità
della parte
centrale é
qualcosa di
indescrivibile,
é come se un
antico
demone ci
rapisse
conducendoci
attraverso
le porte
dell'inferno
(non datemi
del pazzo ma
non saprei
descrivere
altrimenti
tutto ciò).
L'outro
dapprima
furibondo,
annichilente
e poi
ipnotico,
lento, é il
preludio del
quarto inno
infernale "Funeral
Monolith",
opening
track di "Oracle
of Infinite
Despair",
é un brano
di rara
violenza che
si divide
fra sezioni
morbose e
repentine
accelerazioni.
Il
sottofondo é
come un
trapano he
ci penetra
nel
cervello,
provoca una
sensazione
simile a
quando si
prova una
forte
nausea. La
parte
strumentale
é
impeccabile,
mai una
battuta
fuoriposto,
solo un
costante
martello
pneumatico
che ci
sconquassa
le membra
sino allo
sfinimento.
Come detto
in
precedenza
lo
strumentale
"Hierophant
Disposal
Facility"
rappresenta
l'apice
della
dissonanza
musicale,
nove minuti
della più
malsana
musicalità,
una caotica
accozzaglia
di suoni, il
lato più
cacofonico
del death
metal. I
primi minuti
scorrono in
una maligna
ed
agghiacciante
cantilena,
traducibili
in un
vortice di
sonorità
distrubanti
che sfociano
soltanto nel
finale nella
più
incontrollabile
e ferale
ferocia che
il duo possa
sprigionare
attraverso
gli
strumenti.
"The
Longevity of
Second Death"
rappresenta
invece la
sfaccettatura
macabra e
lugubre che
il death
possa
assumere.
Ritmi
cadenzatissimi
inframezzati
da repentini
cambi di
tempo si
alternano,
accompagnati
incessantemente
da un tetro
tappeto di
synth che ci
spalanca
letteralmente
dinanzi agli
occhi le
porte del
regno dei
morti.
Si giunge
così al
terzo ed
ultimo brano
tratto dall'ep
autoprodotto
dell'anno
precedente,
ovvero
"Blood
& Darkness".
Un'atmosfera
cupissima,
degna da
film
dell'orrore,
dipinge un
contesto
funereo
sullo
sfondo, sul
quale si
stagliano in
maniera
impetuosa la
ronzante
chitarra e
la
martellante
drum machine,
che assumono
le sembianze
di un panzer
impazzito il
cui unico
compito é
quello di
distruggere
tutto e
tutti.
L'introduzione
di "Crematorium
Angelicum"
spiazza
l'ascoltatore,
che dopo
tanti minuti
di autentico
terrore
sente fluire
nelle
proprie
orecchie
un'ammorbante
melodia,
sulla quale
si erge il
grottesco
growl di
Ascaris, che
pare quasi
provenire
dall'oltretomba.
Verso la
metà della
traccia un
ulteriore
rallentamento
ci fa tirare
il fiato
dopo alcuni
minuti di
suspance,
durante i
quali viene
normale
pensare che
prima o poi
succederà
qualcosa,
come un
radicale
cambiamento
d'atmosfera,
ed é proprio
ciò che
accade di lì
a poco.
Questa sorta
di bridge
termina però
quasi subito
per lasciare
spazio allo
stesso loop
dei minuti
iniziali,
prima di una
chiusura
ancora una
volta
agghiacciante
e morbosa al
contempo.
Questa lenta
e straziante
"ninna
nanna" é la
perfetta
closing
track per un
disco tanto
schizoide
quanto
atipico che
lancia in
maniera
definitiva
quella che
si può
considerare
una delle
nuove leve
del metallo
della morte,
che a
giudicare da
questo 2012
sembra
davvero
avere un
futuro.. si
spera.
[8 out of 10]
____________________________________________________________________________________________________________________________
REVOLUTION
INC.
Review by
Kevin
Nilsson
Ævangelist
er et
amerikansk
band, hvor
kernen
udgøres af
Matron Thorn,
som er kendt
fra andre
acts såsom
Benighted in
Sodom,
Leviathan og
Noctis. Han
er en ung
fyr først i
20’erne, men
hans
musikalske
overblik er
meget mere
erfarent og
veludviklet.
Han valser
lidt rundt
mellem black
metal, men
får smidt
lidt
traditionel
death metal
ind også.
Det hele
toppes af
lidt
industrial-agtige
lydcollager,
blandt andet
med samples
– Tilsammen
skabes et
virkeligt
atmosfærisk
men
vederstyggeligt
lydbillede,
der fik
hunden til
at gemme sig
herhjemme.
Jeg kan
faktisk ikke
erindre at
have hørt
noget så
grimt,
kaotisk og
forstyrret
som
Ævangelist.
”Truly the
work of a
madman”,
ville nogen
sige.
Da jag gav
mig til at
lytte til
albummet,
var jeg
overhovedet
ikke klar på,
hvad der
skulle ramme
mig. Jeg
blev dog
taget på det
forkerte
ben, og
måtte
faktisk
stoppe
skiven, da
den var
halvvejs.
Her et par
uger og
flere lyt
efter, er
jeg faktisk
stadig ikke
helt med på,
hvad der
sker på ”De
Masticatione
Mortuorum in
Tumulis”.
Altså, den
lange
spilletid
fordelt på
relativt få
numre, er
slet ikke et
issue på
dette album,
da man
bliver
draget ind i
en grum og
fjendtlig
verden, hvor
chancerne
for
overlevelse
er meget små
– Slim to
none!
Sanseindtrykkene
er
mangfoldige
og hælder
både til det
fede, men
også det
grimme.
Personligt
var jeg lidt
ramt efter
mit første
lyt – Selvom
jeg stoppede
skiven,
ville jeg
egentlig
gerne høre
lidt mere,
og dermed
høre, om jeg
havde hørt
rigtigt… Det
havde jeg!
Ævangelist
er i mine
ører et
bekendtskab
på godt og
ondt.
Ligesom den
franske film
”Irreversible”.
Jeg kan ikke
nævne hvilke
bands der
spiller
ligesom
Ævangelist,
for som
skrevet, så
har jeg ikke
hørt denne
slags musik
før. Jeg er
dog betaget
– Betaget af
det grumme,
dissonante
og det
multi-lags-lydbillede
som Matron
Thorn
præsenterer
lytteren for.
Karakteren
skal tages
med et vist
forbehold,
for jeg tror
der er mange
flere timers
gransken i
dette album.
Indtil da
vil jeg
anbefale dig
at lytte til
albummet.
Måske finder
du orden i
sagerne?
[4,5 out of
6]
____________________________________________________________________________________________________________________________
CONCRETE WEB
Review by Ivan Tibos
Ævangelist
are a
Benighted In
Sodom-side
project,
consisting
of
Ascaris
and
Matron Thorn.
To the core,
this project
differs a
lot from
Benighted In
Sodom.
As a matter
of fact,
Ævangelist
are
different
from any
known
music-k-al
entity all
over the
world.
De
Masticatione
Mortuorum In
Tumulis
is a true
experience
for the most
daring
devils
amongst us.
Why such a
scare-of
intro? Well,
because this
album is
Post-Metal
beyond all
gates of
Hell, an
after-death
journey
through
abyssal
spheres
unseen,
unheard,
unexperienced
yet. It
consists of
eight songs
that last
for more
than an hour
(in between
five and
eleven
minutes).
The aural
adventure
opens with
Anno
Morti :::
Gnostic
Transcendental
Heresy,
which starts
with an
industrialized
soundscape-alike
intro,
mechanical
and minimal,
disturbing
and horrific.
After two
and a half
minutes,
these tunes
of
oppression
morph into a
floating,
dreamy
keyboard
passage, yet
slowly
building up
towards…
Apocalypse!
Unholy
Mother of
Earth, all
Hell breaks
loose at
4:30 with a
sonic
amalgam of
chaotic
blasts,
down-tuned
Death
violence,
funereal
Black Magic
and
post-occult
Sounds from
way beyond
any abyss!
Anno
Morti …
is a trip
into the
mostly
unexplored
profundities
of man’s
mind,
reshaping
evident
synapsis
into
shapeless
pulp by
creating the
most vile,
obsessive
compositions
I’ve heard
in years!
When the
next track,
Pendulum,
omits any
chance on
normality or
inner
tranquility
by, for
example,
adding the
most
mysterious
yet
intensively
haunting
keyboard
lines, you
know this
album will
infect and
corrupt the
mind of
those who
are willing
to overt
themselves
to the
purest
essence of
darkness. I
will obey!
It’s this
course that
dictates the
general
atmosphere
on another
excellent
I,
Voidhanger-masterpiece.
The Death
Metal riffs
balance in
between the
sleaziest
efforts done
by acts like
Asphyx
and
Morgoth
(when it
comes to the
slower,
heavier
passages),
or
Nocturnus
(mind the
weird
keyboard
lines!; also
Phlebotomized
come to
mind!) and
Incantation
for the
sonic
noise-beauties,
the
Doom-laden
spasms float
in the same
hemisphere
where
Esoteric,
Black Wreath
or
Evoken
(listen to
the
divergent
hymn
Crematorium
Angelicum
and share my
dreams of
despair and
frenzy)
dwell, the
blackened
grandeur
seems to
intercourse
with the
likes of
Blut
Aus Nord,
Xasthur
or
Leviathan
(and then we
come back to
the
influences
absorbed by
Matron Thorn),
and the
psycho-grinding
Dark
Industrial
passages
uplift the
grandeur of
In
Slaughter
Natives
(cf.
Hierophant
Disposal
Facility!!!),
Scorn
/
Godflesh
or
IRM.
Take the
most dingy
elements
from
Woods Of
Belial,
Impending
Doom,
Portal,
Mitochondrion
and
Urna,
and you
might have a
clue…
[98 out of 100] ____________________________________________________________________________________________________________________________
A LIGHT THAT
IS DARKNESS
Review by
Entheogen
Ævangelist?
Bis vor
Kurzem war
mir der Name
absolut kein
Begriff, vor
ein paar
Tagen habe
ich mich
dann aber
doch endlich
dazu
durchgerungen,
den ersten
Streich der
Truppe aus
Florida
genauer
unter die
Lupe zu
nehmen.
Matron Thorn
und Ascaris
sind längst
keine
Unbekannten
mehr, beide
sind bei
Benighted In
Sodom tätig.
Eingeleitet
wird das
Album durch
ein sehr
düsteres
Ambient-Intro,
das zunächst
nichts
Besonderes
vermuten
lässt. Das
hat man von
vielen Bands
schon mal so
oder so
ähnlich
gehört.
Schreie im
Hintergrund,
Sprachfetzen
und viel
Gedröhne.
Könnte eine
Folterszene
aus
irgendeinem
Film sein.
Gefällig,
aber nicht
unbedingt
umwerfend.
Ab der
Hälfte des
ersten Songs
findet die
Einleitung
ihr jähes
Ende und
Ævangelist
demonstrieren
eindrucksvoll,
wo ihre
wahren
Stärken
liegen. Wie
geil ist das
denn bitte?
Geboten wird
abgrundtiefster
Death Metal,
wie man ihn
auch von den
göttlichen
Portal,
Mitochondrion
oder
Antediluvian
kennt.
Ævangelist
schaffen es,
wie kaum
eine andere
Band, die
ich in den
letzten
Jahren
gehört habe,
eine
Atmosphäre
zu
erschaffen,
die einen
von Sekunde
1 an einfach
nur mit
aller Macht
gegen die
Wand drückt.
Spätestens
hier könnte
man noch
einmal
darüber
nachdenken,
ob das Intro
wirklich so
generisch
und
einfallslos
ist, wie es
zunächst
erscheint.
Im Konflikt
mit dieser
völlig
entmenschlichten,
unglaublich
brutalen
Musik
braucht der
Hörer
einiges an
Nervenstärke
und
Durchhaltevermögen,
um die
pechschwarzen
Tentakel zu
entwirren,
die die
Musik auf
"De
Masticatione
Mortuorum in
Tumulis"
auswirft.
Das Album
ist von
Anfang an
fesselnd und
bietet über
die gesamte
Spielzeit
von immerhin
über einer
Stunde
alles, was
man sich von
einer Death
Metal-Scheibe
dieser
Machart
wünschen
kann. Ein
erdrückender
Sound, ein
Vokalist,
der selbst
mit der
Stimme eines
der
lovecraftschen
Biester aus
dem Artwork
gesegnet
ist, eine
präzise
Gitarrenfraktion,
die eine
derart
obskure und
groteske
Atmosphäre
heraufbeschwört,
dass es eine
wahre Freude
ist. Kaum
vorstellbar,
dass diese
schiere
Macht nur
von zwei
Personen
fabriziert
wurde.
Die dichten
Keyboardteppiche,
die
eigentlich
permanent im
Hintergrund
wabern, tun
ihr Übriges.
Es fällt
schwer, das
Gefühl zu
beschreiben,
dass
Ævangelist
mit ihrem
ersten Album
bei mir
hervorrufen.
Einerseits
fühlt man
sich als
argloser
Hörer
einfach nur
erdrückt und
zumindest
bei den
ersten
Durchläufen
sitzt man
des Öfteren
einfach nur
sprachlos
und voller
Bewunderung
vor der
Anlage. Auf
der anderen
Seite stellt
sich aber
auch beim
ersten Hören
schon ein
irgendwie
erhabenes
Gefühl ein.
Betrachtet
man dann
einen Song
wie "Funeral
Monolith"
oder den von
der Struktur
her
Industrial-artigen
Zehnminüter
"Hierophant
Disposal
Facility"
näher, fällt
die enorme
Komplexität
auf, die
hinter dem
scheinbaren
Chaos auf
"De
Masticatione
Mortuorum in
Tumulis"
steht. Hier
reihen sich
nicht
einfach nur
Riffs an
Riffs, das
was das Duo
hier
geschaffen
hat, ist
wesentlich
mehr als ein
Album unter
vielen. Die
wahre Größe
der Scheibe
kann man so
kurz nach
dem
Erscheinen
wohl auch
kaum
abschätzen,
aber ich bin
überzeugt,
dass dieser
Geheimtipp
in einigen
Jahren als
Klassiker
des Genres
gehandelt
werden
dürfte.
Aevangelist
sind
eigenständig,
vollkommen
authentisch,
und
bitterböse.
Wer sich dem
Album unter
Kopfhörern
bei
angemessener
Lautstärke
und in einem
abgedunkelten
Raum
aussetzt,
wird schnell
merken, was
ich meine.
Man fühlt
sich völlig
überrollt
und unfähig
genau zu
beschreiben,
was da
eigentlich
passiert
ist. Wie
ausgekotzt
und
irgendwie
missbraucht.
Wenn ich in
letzter Zeit
ein Album
gehört habe,
das wirklich
böse,
unheimlich
und grotesk
ist, dann
ist es diese
perfekte
Untermalung
zum
Weltuntergang,
zu einem
Atomkrieg
oder jeden
anderen
x-beliebigen
Grausamkeit.
Faszinierend,
dass man die
Scheibe
trotzdem
immer wieder
hören will.
____________________________________________________________________________________________________________________________
CHRONICLES OF CHAOS
Review by Chaim Drishner
This
review could have easily become an
all-out argumentum ad hominem
manifesto against Mr. Matron Thorn,
the band's mastermind and main
instrumentalist (and songwriter, I
guess); the effeminate-looking,
skinny 23 year old prolific musician
who's got the appearance of an Asian
transsexual goth has been offering
the metal underground something like
20 releases per year via his main
project Benighted in Sodom -- middle
of the road, synthetic-sounding
bedroom black metal of sorts, whose
only release I listened to, _Reverse
Baptism_, has failed to impress me,
to say the least. In addition, Mr.
Thorn also participates in numerous
other projects, draining his well of
inspiration, until it will have
dried out eventually.
The above mentioned Matron Thorn (one
Reuben Christopher Jordan), whose
age is nearly half of mine, likes to
lecture everybody how we're not
worthy and how he hopes we won't
find his music enjoyable and such.
His acute form of arrogance and
nonsensical holier-than-thou
attitude had been mentioned by me on
the aforementioned _Revere Baptism_
review I once wrote. He is more
depressed than you, more profound
and generally the greatest musician
on the face of the planet, or so he
thinks, more or less.
Alas, his hyper-productivity is
dwindling his sources of inspiration,
his releases becoming derivative
echoes of other musical entities,
and _De Masticatione Mortuorum in
Tumulis_ mirrors this fact. It is,
despite its positive sides, a homage
to the Australian band Portal, who
are, in turn, among the worst
"metal" bands in existence.
Never confining myself to metal par
excellence, good music is good music
whichever the style may be -- metal,
gothic or electronic, I don't care.
So I'm not judging this or that
album for their lack of enough
'metal' ingredient, mind you; I'm
judging merely on the basis of the
everlasting, subjective question: is
the music good enough for me or not?
Offering a recording that is a mere
homage to an already second tier
nonsensical noise band (let's face
it, Portal is a noise "music" group,
if there ever was one), relying
virtually completely on the latter's
underground "reputation" (or lack
thereof), is problematic, to say the
very least.
But unlike Portal, Aevangelist have
got some rabbits up their sleeve,
making _De Masticatione Mortuorum in
Tumulis_ a superior product;
generally it is way more accessible,
cohesive and 'musical', the belching,
guttural vocals are better and more
robustly present in the mix, and
there's a healthy dose of
electronica and effects that upgrade
some of the tracks, turning them
into wretched sounding industrial
prodigies. In fact, the best track
on the album is the fifth one, "Hierophant
Disposal Facility", which is,
accidentally or not, an
all-instrumental track that's also
the heaviest on electronica of the
lot.
I can't deny the fact _De
Masticatione Mortuorum in Tumulis_
has a mind fucking atmosphere and
some brilliant moments of death
metal, but its true radiance is
found in the non-metallic moments,
such as the opening track, the
aforementioned instrumental one and
in other mesmerizing moments
scattered here and there throughout
the recording. When a good riff is
established, it is circularly
repeated, contributing to the
hypnotizing, numbing nature of the
recording, and the insidious
keyboards present throughout the
recording add a certain Gothic and
esoteric dimension, especially when
wisely being confronted with the
low-tuned guitars and the corpulent
bass.
The second half of the album is
undoubtedly stronger, as it saves
the whole recording from being a
total Portal worshiping record,
being more straightforward and
user-friendly, in relative terms.
_De Masticatione Mortuorum in
Tumulis_ is a challenging album that
demands multiple listening sessions,
whose true singularity slowly
unfolds, disclosing the brighter
sides of a young musician who's too
busy impressing and jumping all
sorts of bandwagons instead of
finding his true colors, but when he
eventually does, these colors are
harrowing, dark and have almost no
musical boundaries. Proceed with
caution!
[7 out of 10]
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METAL STORM
METAL STORM AWARDS 2012: The Best
Death Metal Album
Death
metal is one of those genres highly
resistant to experimentation and
originality. For that reason
Ævangelist are nothing short of
a necessity. At heart this is
utterly cavernous, swirling and
unrelentingly nebulous death metal
but beneath that murky veil lurks a
range of layered effects, keys,
moans and wails that work on a whole
new plane of depth and give De
Masticatione Mortuorum In Tumulis
a truly unique and frightening
atmosphere quite unlike anything
else you've heard.
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WORM GEAR
Review by Marty Rytkonen
Churning
deep in the bowels of the unholy
Worm lurks the ghastly duo,
Ævangelist with their south of cult
death metal emanations of filth and
guttural despair. Both members of
this band also share time in
Benighted in Sodom, which I can only
assume is more black metal minded (haven’t
heard them), so they are summoning
their unclean death desires through
this light consuming monster. De
Masticatione Mortuorum In Tumulis is
easily one of the bleakest and most
abysmal sounding albums I’ve heard
in quite some time. The foundation
is built upon guitars tuned so low,
it is amazing they can remain in
tune, and the tone of darkness they
bask in, is 1 frequency above the
sound of oceans of black blood
boiling at the Earth’s core. This
alone gives one the feeling of being
confined to a small, hot, painted
black room with no light, with the
stench of a decomposing dog hanging
heavy in the air. It is truly an
oppressive style that is made even
more so by these creeping synth
lines that stir just below the
surface. The sound is equally dark,
and the fact that the keyboards seem
to possess a life of their own, but
are in a symbiotic union with the
host gives this album an illusion of
being “alive”. Lurking. Hunting.
Waiting for the ritual feast. Vocals
come and go in much the same manner
as the keyboards it seems, sharing a
deep death moan, and sharper screams
that jab in and out of the cadaver
as if in a frenzied state. There is
zero melody or moments of light on
De Masticatione Mortuorum In Tumulis,
so the listener is never offered
that fleeting moment of “it’s going
to be alright. You just have to
stick with it and try to be as small
and unassuming as possible while
crouched in fearful awe in
Ævangelist’s ritual chamber, for the
demons are many, and swirling around
in a cacophonous stew just looking
for movement so they may focus their
rage and hunger. I know, flamboyant
writer embellishments often over
inflate the music at hand, but
really, I’m describing what I hear
and a one word review simply stating,
“wow” isn’t going to cut to the
heart of this beast. De Masticatione
Mortuorum In Tumulis is indeed an
ugly creation filled with evil
intent that I find quite inspired
and impressive. The lack of melody
and other such elements to cling to
make this one of those releases that
you really need to be in the mood
for, but when that moment strikes, I
recommend headphones and a
flashlight. Wow.
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DAGEISHA
Review by Gabriele Oltracqua
Probabilmente non avevamo ancora
ascoltato nulla di simile. Non
eravamo e non siamo pronti a così
tanta blasfemia musicale. Pensavamo
di avere ascoltato davvero molte
cose bizzarre, astruse, malate ed
oscure ma nulla in confronto a ‘De
Masticatione Mortuorum In Tumulis’
degli statunitensi Ævangelist. Anzi
pensiamo che le sei tracce contenute
in quest’opera - riduttivo e
fuorviante dividerle in questo modo
- siano il risultato di qualche
entità aliena che sta cercando di
soggiogare ed indottrinare la mente
umana con questo malefica
aggressione sonora. Membri di
Benighted In Sodom ed altre entità
underground, questi disadattati
scrivono qualcosa che trascende la
musica estrema, la ingloba, la
frammenta, la mastica e poi la
vomita in un grumo marcescente. Un
bolo intestinale ricco di nuova
linfa. Uno stupro musicale, una gang
bang apocalittica tra angeli reietti
e diavoli masochisti. Una
raffigurazione begotteniana dove la
natura si ribella all’uomo usando
armi e strumenti capaci di farlo
soffrire per l’eternità.
Musicalmente ci si può trovare di
tutto. Dal black metal degli Emperor
di ’Anthems To Welkin At The Dusk’
allo sludge marcissimo dei Coffins,
passando alle lisergiche tentazioni
di Xasthur e Leviathan. Il
manierismo noise di Merzbow e la
lungimirante tentazione di terrore
puro caro a Nortt e Deathspell
Omega. L’industrial agghiacciante
dei Throbbling Gristle filtrato
all’ennesima potenza con volumi
assordanti e saturi. Quasi dolorosi
all’ascolto. Ambient disturbante con
voci sovraeccitate, urla strazianti
e rumori che provengono da arnesi di
tortura, si mescolano con canti
gregoriani stratificando il suono
ingrassandolo a dismisura. Passaggi
pesantissimi che neppure i più marci
archetipi del doom si sognerebbero
di scrivere. Industrial nucleare
vicino ai Gnaw Their Tongues sono i
passaggi che regalano un po’ di
respiro all’ ascoltatore. E tutto
questo funziona e crea un caos
organico. Contestualizzato alla
quotidiana e miserabile esistenza
dell’essere umano. Un caos che gli
Ævangelist vogliono provocare. Un
caos sonico organizzato, studiato
nei minimi particolari. Un caos che
diventa caso clinico. Un caos che si
tramuta in malattia mentale. In
disagio tossicodipendente. Un
messaggio sonoro che può davvero
ledere la vostra sanità mentale. E’
il caso di dirlo che spaventa quasi
ascoltare così tanta misantropia ed
odio. E’ il caso di dirlo che questo
è il Necronomicon della musica
estrema. Musica dei morti. Un ‘album
che racchiude tutti gli incubi di
chissà quale demone. Un album
intriso d’odio.
[5 out of 6]
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IMHOTEP
Review by Leif Neverdahl
Ævangelist play dark death metal to
end all death metal.You won't find
anything pleasant in this dark
epiphany. No melodies, no nice hooks,
no frills. Just ugliness and utter
despair; the tortured screams of
those who already inhaled the
nauseating, unbearable stench of
death while waiting for the
horrendous vacuum of non-existence
that lays beyond…"
It is very rare that a band are able
to explain exactly what you are
about to experience. Ævangelist are
spot on. This is not nice or
pleasant at all. If someone told me
that they absolutely love Ævangelist
and the music they play, it would
most certainly be a lie, probably
coming from a poser who never even
listened to the band but bought the
t-shirt… If your worst nightmare was
released as a soundtrack, it might
have been something similar to this…
Still, its unbelievable fascinating
and addictive. And I'm drawn against
the darkness, over and over again.
Why? I have no clue how to explain
why. There is a dark atmosphere in
the songs that takes hold of me in a
strange way. I don't think I have
heard anything as ugly as this, but
at the same time, well, appealing.
Not like this. And I might not hear
anything like it again. In a way I
hope not. But at the same time, I
hope I will...
[5 out of 6]
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XTREEM MAGAZINE
Review by Pako Deimler
Después
de más de 4 minutos de Intro la cosa
empieza con fuerza, esto va en
serio, es como si se desatara un
vendaval de los gordos y no parase
de soplar la ventisca hasta
transcurrida la hora y pico que dura
el disco, una tempestad perversa de
Death Metal caótico, grotesco y
ruidoso, que a pesar de las malas
apariencias esconde más de lo que
muestra. No se andan con medias
tintas, la primera canción dura más
de 6 minutos, así de entrada y a
modo de presentación, sin contar a
la Intro que va unida entonces se va
a los 10 min. y pico.
A medida que te adentras en este
laberinto de enrevesamientos sonoros,
aparecen diferentes esquemas y
planteamientos, casi todos son
parecidos dando una sensación de
monotonia, monotonia que saben
solventar gracias al sonido
conseguido en este disco, que tienen
una esencia analógica interesante (a
pesar de la suciedad de las
distorsiones de guitarra y del
sonido pobre del disco),
consiguiendo una atmosfera hechizada
y encantadora, con un punto
vanguardista. Un sonido pesado y
tosco, casi tenebroso acompañado por
ambientaciones de coros y voces
incorpóreas, sin forma, que
dependiendo del momento y el lugar
donde lo escuches hasta te pueden
erizar los pelos de la nuca.
Estos americanos se mueven por
terrenos similares a los canadienses
MITOCHONDRION (ya reseñados por un
servidor con anterioridad en dos
ocasiones), y los australianos
PORTAL, van en esa misma línea, pero
tienen una personalidad propia, más
siniestra y enfermiza, casi
terrorífica.
A estos chicos les gusta explayarse,
con canciones largas (la que menos
dura supera los 5 minutos),
canciones que son como conjuros
mágicos capaces de parar el espacio
y el tiempo, llenándolo todo de un
vacío estéril, una continua
instigación a atravesar las puertas
negras y quedarse “Al Otro Lado”, te
llevan de la mano por sus mundos
inexplorados, habitados por
siniestra criaturas de rostros
borrosos que esconden secretos
imperdonables, llegando a
profundidades prohibidas y
dimensiones indescriptibles. La voz
ayuda bastante a no comprender nada,
es un murmullo ininteligible, pero
hipnótico, cadencioso, constante e
incluso agradable a pesar de los
constante gruñidos.
Esta joven formación de Illinois se
compone solo de dos miembros, el
multi-instrumentalista Matron Thorn,
encargado de toda la instrumentación
y ambientación, y el vocalista
Ascaris. Se fundaron como banda en
el 2010 y a parte de este disco
completo cuentan con un EP del 2011,
llamado “Oracle of Infinite Despair”.
Su música va a caballo entre dos de
los grandes géneros del Metal
Extremo, básicamente es Death Metal,
pero tiene un toque, una huella o
llamémoslo marca si se prefiere que
los acerca bastante al Black Metal
más vanguardista y experimentador.
Lo dicho a pesar del pobre sonido
que tiene este disco, resultaría
interesante prestarles un mínimo de
atención, oírlos en penumbras bien
entrada la media noche ayuda a
comprender mejor su música sin duda,
ese punto de ambientación de peli de
terror es simplemente soberbio.
[8,5 out of 10]
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DESTRUCTIVE MUSIC
Review by John Doe
Another new
band, and save for an EP ‘De
Masticatione…’ is US black/death
metallers Aevangelist’s first
release. The US has shown in recent
years that it can produce some truly
fantastic and original music within
the genre. Not that country should
really have any bearing on quality,
but in the past the US has suffered
a stigma from black metal purists.
Onto the album, and words escape me.
I don’t think I’ve heard anything
like this before! This is dark and
murky and just plain evil. It sounds
like Blut Aus Nord had sex with
Mithras and gave birth to
Aevangelist.
Fast, distorted and muddy blackened
death metal distorts into twisted
discordant and minor scale patterns.
Drums change from barely
decipherable blasts to slow double
kick sections. Vocals spew forth
vomiting growls and agonised screams.
Guitars are down-tuned and overly
distorted and the whole sound in
general is very low scale which
provides an overall doom sound. Over
the top of this are synths and sound
effects which sound like noises from
a someone’s worst nightmare. On
second track ‘Pendulum’ there are
eerie oscillations and spectral
groans which twist and turn and it’s
a huge mind fuck trying to get your
head around it. Thing is though,
it’s bloody brilliant and truly
original.
Listening to ‘Funeral Monolith’ is
like wading through slime with a
constant tinnitus ringing in your
ears. One might say this would ruin
the music, but the whole point of
this album is the eerie effects that
swamp the sound. Take this away and
you’d probably be left with some
bare bones blackened doom/death
which wouldn’t be anywhere near the
same experience. ‘Hierophant
Disposal Facility’ is more of an
industrial affair. Air raid siren
style synths soar over the blackened
guitars and the beats are
predominately made up from effects
and noises.
Final track ‘Crematorium Angelicum’
stands apart from the rest. It has a
clean guitar pattern leading the
track and is simply sublime and is a
welcome calm to the rest of the
album. Simple but atmospheric (and
this time tuneful) synths carry the
track. It reminds me a lot of a
track on Blut Aus Nord’s ‘Odinist’
album.
This is not the sort of album you
could put on at any time and I’ve
had to listen to it several times
before writing this. At times I’ve
just had to turn it off and
thankfully as I write tonight to
finish off this review I’m in the
right state of mind to absorb it
all.
There’s a lot to say for originality
in the modern extreme metal scene
and this is certainly unique. My
only recommendation would be to
check it out yourself as describing
it and doing it justice is
practically impossible. Bizarre!
[8,5 out of 10]
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STEREO INVADERS
Review by Thiess
Gli Ævangelis
sono un duo di musicisti statunitensi che, dopo
un EP, decidono di proporre questo primo
capitolo discografico in studio. Vedendo la
risicata line-up, cade subito all’occhio la
presenza di Matron Thorn, polistrumentista già
attivo con i suoi Benighted In Sodom.
Considerando l’incredibile numero di uscite
discografiche con il proprio progetto, possiamo
già definirlo come figura di riferimento del
Black Metal più sperimentale. Questo lo diciamo,
non solo per la quantità in sé dei dischi
prodotti, ma per l’incredibile vena creativa che
contraddistingue i suoi lavori. Trasportando
quelle atmosfere, così ancestrali ed
angoscianti, negli Ævangelist, il duo cerca di
lasciare l’impronta anche in un altro filone: il
Death. “De Masticatione Mortuorum In Tumulis” è
infatti un concentrato di apocalittiche suite
dal sapore Noise, il tutto con un grondante
sentore di morte. Le strutture e le linee
melodiche sono un labirinto in cui districarvi
sarà decisamente stimolante, cerebrali note che
vivono su un tappeto di effetti. Proprio questi
ultimi paiono dei cori angelici che scandiscono
una lenta discesa verso la fine della vita.
Ambientazioni, oseremmo dire Industrial, si
susseguono in una Drum Machine asettica, ma non
per questo insapore. In tal senso è incredibile
come la coralità e l’ensamble degli strumenti
riescano a rendere così originale il full-lenght.
Se saprete andare oltre gli stereotipi, non
potrete che apprezzare la proposta degli
Ævangelist.
[9 out of 10]
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METALITALIA
Review by Mattia Alagna
E’ ufficiale. Non
solo il post-death metal ha un nome, un cognome
e un domicilio, ma ora ha anche una faccia. La
faccia di un movimento estremo riuscito ad
andare oltre l’efferatezza del death metal
grazie alle capacità astrattive della
psichedelia e del noise, usate ovviamente, in
chiave assolutamente distruttiva e nichilista.
La stirpe dei Portal si espande dunque, sputando
fuori nascituri immondi come fosse una nuova
orda di demoni sbucata dal ventre dell’inferno
stesso e intenta ad invadere senza pietà il
mondo sicuro e familiare del metal tradizionale.
E’ il caso degli Ævangelist, duo demoniaco
sbucato dagli Stati Uniti che come arma di
distruzione di massa brandisce con una mano il
death metal più sprezzante e violento che sia
mai esistito e con l’altra il noise, la
psichedelia e il puro caos sonoro più lacerante
che si possa concepire. Il loro debutto “De
Masticatione Mortuorum In Tumulis”, come facile
intuire, non ha nulla di umano. E’ un qualcosa
che al contrario odia l’uomo come essere
portatore e promotore di logica. L’uomo cerca
ordine e proprio per questa secondo la perversa
estetica artistica degli Ævangelist fa ribrezzo
e va annientato nel caos stesso che esso stesso
maggiormente teme. Questo pare essere il
messaggio degli Ævangelist. Le strutture stesse
delle loro canzoni sono esemplificative del
tentativo stesso della band di voler creare
disordine e totale imprevedibilità. Certi
episodi si avvicinano ai dieci minuti di durata,
formato inconcepibile per il death metal
canonico. Ma il mondo musicale degli Ævangelist
è una sorta di abisso in cui alla tortura
auditiva non deve mai essere posta fine. Se
certi momenti sono riconducibili direttamente a
compagini brutal-back-noise come i Portal
appunto, i Mithochondrion, gli Stargazer e gli
Impetuous Ritual, altri invece vanno oltre,
sconfinando nel death-doom e in una sorta di
dilatazione insensata della violenza, ad una
distorsione dello spazio tempo della
sopportabilità musicale che crea incubi e pazzia
ovunque, che mira a scardinare ogni appiglio
dell’ascoltatore al buon senso e alla sicurezza
nell’ascolto, materializzando una sorta di
quarta dimensione storta e bizzarra che
risucchia tutto come un buco nero di pura
follia. Ampio è l’uso di tastiere, parti corali
ed effetti vari mirati alla creazione di
atmosfere agghiaccianti, soluzione invero già
ampiamente collaudata dai Deathspell Omega per
esempio, e qui riproposta si con perizia ma
anche con un pizzico di prevedibilità. Poco male
comunque, visto che il risultato è agghiacciante
e fa letteralmente sprofondare in un’angoscia
impossibile da contenere. Siamo definitivamente
entrati in una nuova era dell’estremo, e gli
Ævangelist sembrano essere tra i migliori
apripista di questa nuova era. Per darvi un’idea
della sconfinata e assurda violenza di cui è
fatto questo lavoro vi diciamo solo che un
lavoro storico e indiscutibile come “Blessed Are
The Sick” a cospetto di questo immondo “De
Masticatione Mortuorum In Tumulis” sembra
l’ultima cagata dei R.E.M. Ovviamente non si
parla di importanza o essenzialità musicale, ma
del semplice carico di violenza, qui
inarrivabile anche dalle leggende. In questo gli
Ævangelist fanno sembrare i mostri sacri
dell’estremo dei pagliacci da quiz show. Si
salvi chi può.
[7 out of 10]
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SON OF FLIES
Review by Christian Montagna
L'Illinois è la
culla marcia degli Ævangelist, una creatura
oscurata dalle ombre malefiche del passato e
messa in luce dal rogo infernale del presente.
Matron Thorn è la mente della bestia (nata nel
2010), lui in questo album mette sotto pressione
una contorta visione personale del death metal
più criptico, dal quale non c'è via di scampo.
Da quello che attualmente mi risulta, la
formazione del gruppo dovrebbe essere un trio
(dopo l'entrata del batterista J. Nightside).
"De Masticatione Mortuorum in Tumulis" è una
delle opere più allucinate dell'anno 2012 appena
terminato, un lavoro assurdo come pochi, che
sembra aver preso vita dal pensiero insano del
Maestro Lovecraft, una scultura imponente
scolpita nella pietra arcaica e poggiata sulle
basi dei brani stessi per una sorta di paradosso
temporale. E' proprio il modo con cui si
approcciano al loro sound che li rende "diversi"
e "alieni" rispetto a tanti altri gruppi che
adoperano una modalità simile per esprimere tali
sensazioni. I territori da incubo generati dagli
Ævangelist sono popolati da forme informi, una
spaccatura tra luce e buio, dove i dannati si
piegano al dolore piangendo sotto i colpi della
fustigazione (il primo brano "Anno mortii -
Gnostic Transcendental Heresy" ne ritrae le
immagini). Questo album che segue l'Ep del 2011
"Oracle of Infinite Despair", risulta caotico,
instabile, disturbante e l'orrore che ci viene
sputato contro nasce da una sorta di summa di
tutti gli elementi racchiusi nel male assoluto.
Qui prevale l'angoscia per eccellenza al di là
di tutte le categorie conosciute e i giudizi
personali di ognuno di noi. Bellissima la
copertina realizzata da Seeming Watcher. Questo
nuovo capitolo è consigliato a chi si vuole
addentrare in una dimensione sconosciuta
alimentata da note soffocanti che per certi
versi riportano al putrido death metal degli
Incantation di "Mortal Throne of Nazarene" e
alle agghiaccianti atmosfere di Nortt, Xasthur...
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ARISTOCRAZIA
Review by ticino1
Vampirismo, un
tema, tante possibilità di sviluppo, molti punti
di vista e superstizioni che hanno ispirato
plebe, artisti e musicisti. La casa nostrana I,
Voidhanger ci ha presentato l'ottobre scorso il
primo LP degli Ævangelist, formazione floridiana
composta da membri provenienti dai Benighted In
Sodom che forgia il metallo nelle sue forme
mortali e oscure.
Il primo ascolto mi rivela un CD lontano dai
canoni che mi attenderei da un gruppo death di
quella regione statunitense. L'intro mi rammenta
di primo acchito qualcosa dal primo disco dei
Fear Factory per finire in linee dark ambient.
Le tracce seguenti sono prevalentemente dense,
di velocità media, il sottofondo elettronico
crea un'atmosfera pesantissima e densamente
oscura. In dettaglio scopriamo riff molto vicini
al doom funebre, qualche spunto jazz, che sia
volontario o meno non so dirvelo, e tocchi
industrial si mescolano a trame ossessive,
monotone che a volte possono diventare noiose.
Personalmente faccio fatica a sopportare la
citata pista elettronica che mi accompagna
durante quasi tutta la durata dell'opera,
rendendomi aggressivo, anche per l'effetto
impastante che ogni tanto ha sul resto. La voce
è senza dubbio il punto forte; con il suo timbro
deciso e il suo carattere risoluto racconta
storie lugubri, accompagnata da uno scream un
poco timido.
Durante l'ascolto mi domando onestamente se il
gruppo sappia in che direzione andare. Ogni
uditore attento discernerà diverse influenze che
non sempre vogliono fluire l'una nell'altra. "De
Masticatione Mortuorum In Tumulis" è, secondo
me, un disco di difficile ascolto adatto a
chiunque adori il death-doom più oppressivo o
comunque sensazioni negative nella musica, senza
disdegnare alcuni tocchi ambient oscuri.
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ROCK HARD GERMANY
[Issue #308 - Jan 2013]
Review by Volkmar Weber
Ein
dicker schwarzer Brocken kommt hier auf dich
zugewalzt. Hätte man diesen Amerikanen gar nicht
zugetraut, denn sie sind ansonsten mit Benighted
In Sodom für abstruse, aber dennoch leicht
zugänglicke Schawrzromantik bekannt. ÆVANGELIST
ist jedoch kompromissloser Höllensound,
zähfließend und apokalyptisch. Nach einem fast
zehnminütigen Ambient-Krach-Intro wagt man sich
aus der Deckung. Tiefe Deathgrunts, radikal
gestimmte Gitarren, blasphemische Synthies und
unheilige Klänge, die fast collagenartig über
den Hörer hereinbrechen. Teitanblood oder
Mitochondrion kommen einem hin und weider in den
Sinn, wenn ÆVANGELIST mal etwas straighter
agieren. Tun sie aber nur selten, vielmehr sind
die Songs immer wieder unterbrochen, verlieren
sich in Details, penetrieren mit Gewalt, um
irgendwann, wenn niemand damit rechnet, doch
wieder zum Hauptthema zurückzufinden. Nach
dieser Stunde Musik ist man platt fur den Rest
des Tages.
[8 out of 10]
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ROCK HARD ITALY
[Dec 2012 issue]
Review by Alessio Oriani
Gli
Ævangelist
nascono nel 2010 come nuovo progetto di Matron
Thorn (Benighted In Sodom, Midwinter Storm), con
lo scopo di fondere tutte le proprie esperienze
in un caos sonoro ancor più allucinante e
malevolo. Il sucidal black e il funeral doom si
sposano con un death metal caotico che guarda
alle origini dei Morbod Angel, contorcendosi
sotto tonnellate di atmosfere ipnotiche, malsane
e disturbanti, ottenute tramite un sapiente uso
di tastiere, sample e rumori vari. Avete
presente Cremaster 2 del video-artista
Matthew Barney in cui appaiono Dave Lombardo e
Steve Tucker con i loro inconfondibili marchi di
fabbrica, mentre il ronzio di migliaia di api
viene distorto come a suonare dei riff
impazzitit? Bene, quest'album potrebbe esserne
una perfetta colonna sonora alternativa. Il
disco si apre su toni ambient in un'atmosfera
desolante e disperata, per poi esplodere
all'improvviso in maniera furiosa e maligna. E'
però nella terza traccia, Death Illumination,
che si tocca davvero l'apice, replicato
nell'ottima The Longevity Of Second Death e
nell'atmosferica conclusione di Crematorium
Angelicum. Superflua la strumentale
Hierophant Disposal Facility, nove minuti di
effettistica noise su una base drone: va bene
spezzare l'atmosfera soffocante, ma questa
traccia appensantisce ulteriormente l'album.
L'approccio di Matron Thorn è più post black
metal che mai, sulla scia degli schizoidi e
dissonanti Deathspell Omega e Blut Aus Nord, ma
sono chiaramente visibili anche legami verso il
death metal à la Angelcorpse, Incantation,
Vasaeleth, Portal e Nader Sadek, così come il
black lancinante di Xasthur e Leviathan. Album
originalissimo, seriamente raccomandato agli
amanti dei gruppi sopraccitati.
[8 out of 10 - Dynamit]
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THE INARGUABLE
Review by Jon
Absolutely putrid,
vile death metal. It seems "war metal" is the
big thing now, with Blasphemy-worship bands
releasing demos in droves, and it's almost
completely watered down. AEvangelist's
full-length debut seems to be making up for the
most time, spewing forth some of the most
frigthening, baffling blackened death metal I've
heard in some time. Extra kuods to vocalist
Ascaris, who manages to sound even more
disgusting than Craig Pillard's early work with
Incantation.
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ZERO
TOLERANCE
[Issue #50 - Dec 2012/Jan 2013]
Review by Justin Stubbs
New
entry into the Best Band Name Ever list,
Florida's Ævangelist are attempting to usurp
thrones with their churning, abysmal take on
Portal vs. Antediluvian death metal cacophony.
Cyclic blasting chaos descends into cavernous
portals (yep: I did) of doom. Beyond-solid debut
from dudes in some really shitty black metal
bands: I cannot believe it, but this one speaks...
[5 out of 6 - Exceptional]
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THE AUTISTIC METALHEAD
Review by
BreadGod
Ever since
Portal emerged from Australia, the land that God
forgot, many other bands have clawed their way
out of the forbidden depths and unspeakable
dimensions playing what I have called “dark
atmospheric death metal”. From Mitochondrion to
Antediluvian, a legion of bands have opened
their jagged maws to corrupt the world with
their nightmarish aural venom. Thus brings us to
Ævangelist. It was formed by Ascaris, the former
bassist of Velnias, and Matron Thorn, the dark
and miserable man behind the entity of
soul-crushing despair known as Benighted In
Sodom. Together they have created what has to be
one of the most evil albums to ever exist.
The first
song begins with what I assume is a torture
session from some movie I dare not seek.
Needless to say, it sets the tone for the entire
album. Listening to this album is torture.
Monstrous, inhuman torture.
The bass
growls and grumbles like a putrid, disgusting
slime beast, each pluck of the string consuming
the entirety of the low-end with its vile
pseudopods and creating a nauseating feeling in
the pit of your stomach. I've always known
Matron Thorn was great with the drums, but I had
no idea he was this skilled. Each pound of the
snare sounds like the snapping of bone, the
double bass sounds like a swarm of maggots
squirming inside a wretched pit. Obviously, they
drill and blast with unmatched violence, make
sure to slow things down when they want to
prolong the torture, and throw in some fills for
good measure, but there are times when they take
on a more martial (“Pendulum”) or industrial (“Hierophant
Disposal Facility”) form. Simply wailing on the
victim gets boring, doesn't it? Sometimes, it's
more fun to electrocute them or slowly pull out
their fingernails.
The guitars
are the main force behind the band's grotesque
conjurations. Portal is the most obvious
influence, with their dark distortion, tremolo
riffing, and disjointed structures, but I also
hear a few riffs that remind me of Abyssal,
mainly in the more rhythmic parts. The vocals
consist of both a deep growl and a strangled
rasp. The growls once again remind me of Abyssal,
sounding as though he crawled out some forsaken
chasm where humans dare not tread. The rasps
sound like the sadistic proclamations of the
lords of pestilence, denying you any shred of
mercy or dignity.
If you're
familiar with Benighted In Sodom, then you'll
know that Matron Thorn takes the time to give
his music great atmosphere. He really outdid
himself here. Ghostly hymns are woven into every
inch of the album, making the already terrifying
experience even more mind-scarring. Two songs in
particular filled me with the most indelible
terror. The first was “Hierophant Disposal
Facility”. Unlike the other songs, it has a much
more industrial structure, but the cold, sterile
musicianship makes it that much more horrific.
It sounds like the pounding of pistons and the
grinding of gears inside an infernal torture
device, a nefarious contraption that is
guaranteed to break the victim one hundred
percent of the time. The other song is called
“Crematorium Angelicum”. Clean guitars are at
the forefront, but instead of offering you a
light at the end of the tunnel, it only cements
your despair. Overall, the songwriting here is
more similar to depressive black metal, quite
fitting for the last song on the album.
Listening to
this album was physically and mentally
exhausting. It feels like I've been put through
horrors too atrocious to describe, and my body
has been reduced to a battered, broken mess.
That's exactly what the band intended all along.
They wanted their music to ravage you, to
violate you, to crush your will into dust and
annihilate your mind. They succeeded. I don't
believe in the apocalypse, but if it were to
occur, this would be the soundtrack. This is
easily the most amazing album Matron Thorn has
ever made. It's obvious he put his black heart
and withered soul into this. You owe it to
yourself to get this album. It's an hour long,
but torture is long too.
[97 out of 100]____________________________________________________________________________________________________________________________
HARD SOUNDS
Review by Davide Montoro
Non trova pace questo
giovanissimo artista americano, che dopo aver dato
alle stampe molti dischi a nome Benighted In Sodom,
sembra aver accantonato per un attimo il progetto
per dedicarsi a questa sua nuova creatura. Il
passaggio dal black metal al death metal è chiaro,
in più Matron non abbandona certo le atmosfere
spettrali che lo caratterizzano da sempre, dove le
tastiere e i loop di fondo rendono il tappeto
musicale ancora più perverso. I brani che
caratterizzano quest'album sono stati scritti da un
musicista floridiano e si sente, nonostante
l'influenza della nuova ondata di death metal made
in Portal & Co. si fa sentire e non poco. Sono i
riff claustrofobici, veloci e tortuosi a rendere 'De
Masticatione...' un album a cui dedicare più
ascolti. Le aperture melodiche cui si dedica nei
Benighted non sono certo presenti, anzi è la pura
cacofonia e claustrofobia a farla da padrone,
complice anche la prova al microfono di Ascaris. Ai
due estremi del disco possiamo senza dubbio porre
"Hierophant Disposal Facility", lacerante e
disturbante come nessun'altra, e "Death
Illumination", che poggia la propria struttura
su una base più "classica". In chiusura una traccia
che rimanda alle ambientazioni made in Benighted. Un
album tutto da scoprire.
Un grande album, ma di certo non per tutti.
[75 out of 100] ____________________________________________________________________________________________________________________________
HATEFUL METAL
Review by Aceust
ÆVANGELIST ist ein neues Projekt von Matron Thorn
und Ascaris, die beide sehr aktiv ihr Unwesen mit
BENIGHTED IN SODOM treiben. Doch anders als bei
BENIGHTES IN SODOM gibt es auf dem Debütalbum von
ÆVANGELIST keinen Black Metal, stattdessen aber sehr
düsteren und kranken Death Metal.
De Masticatione Mortuorum In Tumulis ist
ein langes und womöglich verstörendes sowie
beklemmendes Werk, da ÆVANGELIST tief in die Kiste
greifen um schweren, düsteren und abgedrehten Death
Metal zu machen. Zunächst fällt der überaus tiefe,
stark verzerrte, mit Hall unterlegte und manchmal
gar gurgelnde Gesang auf, der für die Atmosphäre
sehr prägend ist, da es viel Text gibt und der
Gesang relativ mittig im Geschehen steht. Aber auch
an den Instrumenten geben sich ÆVANGELIST auffällig.
I, Voidhanger Records vergleicht ÆVANGELIST unter
anderem mit PORTAL und MITOCHONDRION, doch ganz so
abstrakt, verschachtelt und technisch komplex sind
ÆVANGELIST dann doch nicht. Trotzdem sind die Lieder
nicht unbedingt eingängig und geradlinig, denn es
gibt viele (zum Teil) schräge und eigenwillige Riffs
sowie zahlreiche dunkelatmosphärische Harmonien,
Keyboards und klangliche Elemente, die das Werk sehr
eigenständig und düster machen. Diese Mischung macht
das Album sehr interessant. Wenn es „nur“ Death
Metal, bestehend aus rauen Gitarren, Schlagwerk und
dem tiefen Gesang gibt, fühle ich mich aufgrund des
Gesanges ein wenig an Gruppen wie GRAVE MIASMA oder
NECROS CHRISTOS erinnert, wobei ÆVANGELIST düsterer
und roher klingen und manchmal auch finster und
doomig sein können wie etwa DISEMBOWELMENT.
Streckenweise ist auch begleitend Ambient oder Noise
zu hören, der das Ganze dann überaus finster und
fast schon alptraumhaft werden lassen kann.
Auch wenn hier einige Gruppen angeführt wurden mit
denen man ÆVANGELIST vergleichen kann, so ist De
Masticatione Mortuorum In Tumulis insgesamt
betrachtet dennoch ein überaus eigenständiges Werk.
Es sind immer nur einzelne Elemente die kurzweilig
an die eine oder andere Band erinnern. Dabei spielen
ÆVANGELIST aber nicht nur düster und beklemmend auf,
hier und da wurden auch aggressive Tempoeinlagen
eingestreut, welche die ohnehin schon verstörende
Atmosphäre noch zusätzlich pervers und krank
aufladen. De Masticatione Mortuorum In Tumulis
ist definitiv kein einfaches Werk. Es ist klanglich
etwas rau, der Stil ist alles andere als eingängig,
stellenweise auch chaotisch, aber auch
stilübergreifend, da es viele Anleihen aus Ambient,
Industrial und Noise gibt, die meiner Meinung nach
exzellent in den verstörenden Death Metal
eingebunden wurden. Ich bin sogar davon überzeugt,
dass das Album ohne diese elektronischen und
dunkelatmosphärischen Elemente nicht so gut
funktionieren würde. Wer düsteren, bizarren,
verstörenden und auch rohen Death Metal mag, sollte
ÆVANGELIST auf keinen Fall verpassen! ____________________________________________________________________________________________________________________________
NECROSPHERE
Review by Mortuary
Kde sa vzala, tu sa vzala pred dvoma rokmi kapela
počúvajúca na meno AEVANGELIST pochádzajúca napol z
Illinois a napol z Floridy, kapelu teda tvoria dvaja
členovia, Matron Thorn, ktorý má na starosti celú
inštrumentálnu zložku, a vokalista Ascaris. Už v
booklete stojí napísané, že AEVANGELIST sa
dištancujú od akejkoľvek formy Metalu, či už Death,
alebo Black Metal, podľa ich vlastných slov by malo
ísť o isté prorocké umenie z vesmírnych sfér
ohlasujúc apokalyptickú smrtiacu teokraciu. Môžete
si pod týmto domyslieť čokoľvek, pravda je však taká,
že kapela nám krásne zapadá do extrémneho Metalu a
konkrétne Black/Deathu, aj keď samozrejme trochu
nezvyčajného. Ich prvým zápisom bolo EP "Oracle of
Infinite Despair", ktoré som nemal možnosť počuť,
ale vonku je konečne ich debut a prvé prepočutie
môže nepripravenému poslucháčovi spôsobiť
prinajmenšom šok. Ak máte nejakú jasnú predstavu o
žánri ako je Black/Death, AEVANGELIST sa ju
jednoducho snažia napadnúť, prekrútiť, poškvrniť a
zbortiť. Ono gitarovo sa nejedná ani o nič úžasné a
prekvapujúce, povedal by som, že riffovo celkom
jednoduchá práca, často používané vypúšťané riffy
dosť minimalisticky melodické, ale rozhodne
kakofonické. Niekedy sa opierajú aj o rôzne
improvizácie ako napr. na začiatku Death
Illumination, potom zas prichádza apokalypsa v
podobe trhaných a sekaných ťažkých komplexných
riffov pripomínajúcich skôr kanadské odvetvie tohto
žánru reprezentované napr. MITOCHONDRION. Do tohto
celého kolotoča desu sú vkomponované kozmické,
chaotické, deviantné a magické keybordy asi v takej
miere, ako ich používali NOCTURNUS na "The Key", ale
pri tomto albume vytvárali atmosféru pripomínajúcu
Sci - Fi des, kdežto pri AEVANGELIST ide o úplnú
deštrukciu harmónie, atni harmónie, atonality, čistý
pád do hyper priestoru, pohltenie čiernou dierou do
iných paralelných svetov. Práve skladbu Death
Illumination by som vyzdvihol ako jednu z najlepších,
je nadmieru komplexná, uhrančivo desivá, plná
bezbožnej krásy, magického priestoru a zvukov, ktoré
labilní poslucháči nemusia rozdýchať. Keď som tento
track vždy počúval neskoro v noci na slúchadlách,
často som mal z tých prekrútených a skazených zvukov
pocit, že na mňa niekto hovorí, niekedy som sa až
musel otočiť do tmy, fakt dosť nepríjemné pocity.
Hudbu AEVANGELIST zrejme nepochopí veľa ľudí, hlavne
hľadači harmónií určite ruky preč, pretože si budete
klepkať po čele, čo má toto znamenať, ale všetko je
tu ako má byť, nemyslím si, že by používali zmenené
stavy vedomia, či sa obaja zúčastnení úplne
zbláznili. Len načreli čo najhlbšie do svojho
vedomia, ponorili sa do najhlbších hĺbok a tam
hľadali transcendentálne inšpirácie. Z 95% celej
nahrávky máte ohromný pocit, že do bizarného Black/Deathu
niekto omylom nahral a pridal zvuky nie z našej
reality a náhodne to tam vsunul a začlenil, dojem
dvoch nesúvisiacich hudobných zložiek je teda plne
na mieste. Môže z toho prasknúť hlava, alebo nervy
klepnutím po tlačítku stop, mne sa ale v tomto ich
chorom svete nanajvýš páči, akoby som sa dostal k
prvopočiatkom Chaosu, späť pred prvotné stvorenie
hmoty, kamsi za astrál. Podobné pocity som pociťoval
taktiež u AETHYRVOROUS, alebo PORTAL, myslím, že
práve k týmto kapelám majú AEVANGELIST najbližšie,
ale oni sú zas niekde inde. Atmosféra je dominujúca,
pohlcujúca a vypľúvajúca, vypočujte si chorály
anjelov v kremačných peciach napr. v Hierophant
Disposal Facility, čo je skoro 10 minútová
inštrumentálka, vidíte hrozivé úškľabky horiacich
tiel anjelov, ktorí ospevujú už len kráľovstvo smrti
a ich duše sa pomaly vytrácajú skrze sféry do
zatratenia a večného zahubenia. Toto ma pri
vizualizácii inšpirovalo z posledného tracku
Crematorium Angelicum. Aj keď celkove je album v
jednej disharmonickej a chaotickej rovine, i napriek
tomu sa skladby od seba význačne odlišujú, niektoré
nie sú ani tak extrémne Metalové, ako extrémne
atmosférické, plné spirituálneho hnusu, rotujúcich
lariev, hnilobnej estetiky duše a nepredstaviteľných
vízii súmračna. Je tu použitých viac druhov zvukov,
povedal by som, že niektoré tracky boli nahraté v
inom časovom období, možno aj v inom nahrávacom
štúdiu čo ešte viac mätie poslucháča. Celé toto
dielo otvára nádherné intro s tak silne mystickou
atmosférou, ktoré je akousi pomyselnou bránou a
kľúčom k tomuto dekadentnému svetu smrti a mŕtvosti.
Pokiaľ ste zvedaví aké druhy vokálov Ascaris používa,
je to prevažne pokrútený a hlboko položený murmur,
vychádzajúci z jeho hlbín vnútra, z jeho priepastí,
v ktorých spočíva, taktiež využíva občas zúfalý
Blackový škrek ako protipól, akoby mučenie a agónia
tam v stratenom priestore rozmaru. Za zmienku stojí
aj špecifické logo kapely, či odporný obal, ktorý
najlepšie vystihuje všetko, o čom AEVANGELIST je.
Myslím si, že tento album je určený pre minoritné
obecenstvo sediace v prítmí bizarného divadla, kde
sa miešajú elementy, herci nie sú tým, čím sa zdajú
a realita je nakúsavaná červom pochybností, ilúzii,
strachu, degenerácie, regresie. Pozor páni a dámy,
opona sa už dvíha, čierne sviece horia večným
plameňom a tiene zostali zabudnuté v mysliach
nevedomých.
[9,75 out of 10] ____________________________________________________________________________________________________________________________
TEETH OF THE DIVINE
Review by Adam Palm
“Ævangelist does not
intend to play death metal, black metal, or any
other type of ‘music’ for your enjoyment. In fact,
we hope that there are decidedly few discernible
riffs, we hope this appeals to no superficial
underground interests, and we hope to make no
impression on any current musical trends, because in
the scope of all we seek to convey, all of it is
completely meaningless.”
This declaration graces the back of the album’s
liner notes. Noise fans would probably find it
inviting, but thankfully for us metalheads, it’s not
entirely accurate. The music on display here is not
quite the wall of noise that the band makes it out
to be. Other bands in this vein, such as
Mitochondrion
and Portal,
actually have them beat in this regard. That’s not
to say Ævangelist
wouldn’t sit nicely next to those acts, but there
are some differences that set them apart.
A haunting dark ambient intro sets the stage with
some disturbing sounds that conjure feelings of
alien experimentation and torture. This ambience is
then carried through as a constant undercurrent to
the twisted, churning death metal that comprises the
majority of the album. The effect is uniquely
unsettling.
However, death metal is the focus here and it does a
lot to hold your interest on its own through some
bizarre riffing and tempos that constantly shift
between pummeling blasts, menacing marches, and
doom-like crawls. The vocals are a deep,
unintelligible roar with occasional distant, pained
shrieks. Printed lyrics would’ve been nice, but I
suppose their absence adds to the album’s mystery.
There’s a lot going on in almost every track except
for two that have more focused, distinctive
approaches. “Hierophant Disposal Facility” is an
instrumental with pulsing, mechanical drums and
industrial elements reminiscent of early
Godflesh.
The closing track, “Crematorium Angelicum,” stands
out even more from the rest of the album as the sole
full-on death/doom song. Its pronounced ambience and
creeping pace is very reminiscent of
Evoken. In
fact, this track would fit in perfectly on “Atra
Mors.” It would be great to hear more material like
this from these guys because, even though it’s a
little out of place, it’s a powerful, well-written
death/doom song.
So, despite the band’s intentions, they’ve created
some unique but definable underground death metal,
and hopefully they will continue to do so. They have
the potential to become a new heavyweight in the
arena of death metal’s extreme envelope pushers.
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LACERATED METAL ZINE
Review by Arthalos
It has now become
inevitable for any fervent old school death/black metal listener to
encounter at least half a dozen acts that have enough blasphemous
energy enough to fuck you up and toss you from side to side as if
being churned inside a bartender's cup, along with the gruesome
contents of the drink; viscera and subterranean effigies of
obscurity. Ævangelist, however, although obviously up to an extent,
fitting to the category of archaic Incantation worships, do not
quite rock the listener as similar counterparts do. Teaming up with
the obscure I, Voidhanger Records they round up some of the most
dissonant and abysmal content that one can imagine of; a shrewd yet
completely hostile entity rearing in the depths of your subconscious
and gushing out in carnal, experimental death metal oblivion; a
terrifying experience that will need to dwell in your nightmares for
utmost apprehension.
The debut by this mortuary ascension is wholly consuming. Matron
Thorn, the delusional brains behind the entire darkened orchestra
leads his pack to a tremendous, utterly compelling atmospheric
triumph. As a man who has played in such acts as Leviathan and
Benighted In Sodom, his transitions of experimental, immensely aural
conflagrations seem almost as a natural tendency after years of
experience from acts prior to this. The guitars follow
well-structured textures through grating, submerged deliverance and
they sprout from each other like minions spawning from their
primordial cocoons and tearing, smothering each other into
sensational, discomfiting oblivion, while the experimental quadrant
of the album lies in one very simple but continuous surge of
engrossing synthesizers, probably the band's biggest and most
crucial implement in forming up the ambiance. The drums stampede
amid the reverb-bathed carnage around them, and their crushing
prominence add a certain muscular pattern to this nightmarish
assembly.
Over the Internet, I've seen numerous comparisons, relating ''De
Masticatione...'', or better yet Ævangelist, to Portal, an
association I can only find inaccurate due to certain facts. Portal
had gritty and overly cantankerous textures that boasted of nothing
but downright miserable noise, whereas Ævangelist definitely has a
more accessible output. Additionally, part of Ævangelist's refined
sound comes from their excessive usage of proto-brutal death metal
aesthetics fitting over an outing of Incantation-like miasma and
ambiance as I have noted above, and Portal always sounds
ear-scratching; the guitars here are built for smoldering; not
nettling. The only exception here is the nine-minute experimental
monolith ''Hierophant Disposal Facility'', which, by lurching upon
blotted ears, unites Ævangelist's own experimental speculation with
nefarious industrial elements; an instrumental affair that brings
the band's discordant evil to perfection.
Thus, settling upon my subconscious like some spectral ghoul from
the weirdest corner of the netherworld, Ævangelist has convinced me
beyond belief. Obviously, my love for ''De Masticatione Mortuorum In
Tumulis'' is not strengthened by the somewhat mainstream catchiness
it possesses, but by the psychotic trance it bestows on me whilst
these convulsions are processed. I shall herald this as one of my
favorites in not just similar atmospheric/experimental death metal
groups moving about but also as one of the greatest metal releases
the year has to offer us. If you too are a sucker for such
immensities, then let the spectral bombast circulate through your
nervous system and witness the meaning of dreary terror as it
provokes innumerable nightmares. Good night.
[92,5 out of 100]
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METAL MUSIC WEBZINE
Review by Nar Mattaru
Gli Ævangelist sono un
gruppo che a molti suonerà nuovo. Effettivamente, i Nostri non han
fatto mai parlare troppo di sè. E' tutto avvolto nel mistero, loro
sono misteriosi, sembrano vivere in un luogo oscuro e irragiungibile.
Sappiamo dirvi che si tratta di un duo americano (da breve diventato
un trio con l'entrata nel gruppo del batterista J. Nightside) devoto
ad un death metal impuro sotto ogni aspetto. Ora, il nostro amato
genere negli anni si è evoluto, contaminato in ogni modo, arrichitto
(a volte fin troppo)... Un genere che è stato capace di portare gli
ascoltatori in svariate dimensioni, il tutto attraverso note, blast
beat, urla... gli Ævangelist cosa vogliono fare? Portarci in altri
terreni, in altri mondi. Attivi dal 2010, rilasciano un EP nel 2011
e giungono nel 2012 con il qui presente "De Masticatione Mortuorum
in Tumulis", rilasciato dalla I Voidhanger Records. Un gruppo che ha
incuriosito il sottoscritto in maniera esagerata. Tante domande,
poche risposte, tanta curiostà. Tra le varie cose curiose, notiamo
che Matron, si occupa anche dei rumori/suoni che sono presenti nel
lavoro. Ora, che vuol dire? Perché ci tengono a specificarlo?
Il tutto viene chiarito, in parte, facendo partite questo misterioso
lavoro. Il primo brano, "Anno Mortii: Gnostic Transcendental Heresy",
viene introdotto da una morbosa atmosfera che incute timore e
disagio. Nulla di che, viene da pensare, anche perché magari si
tratta solo di un'intro. E invece no, perché l'atmosfera che si
ricrea nei primi minuti risulterà capace e fondamentale per tutta la
durata del pezzo. Quando infatti i Nostri attaccano con gli
strumenti, si ha praticamente un esplosione di malvagità misto a
schizofrenia. Le chitarre suonano sporche, fangose ma al tempo
stesso pesanti. La sezione ritmica composta da basso e batteria, si
fa sentire non tanto per le scelte compositive quanto più per i
suoni. Un basso corposo quindi, è accompagnato da una batteria
minimalista ma comunque efficace. Non aspettatevi chissà quali
virtuosismi dagli strumentisti, anzi, scordateveli proprio, perché
con il secondo brano capirete meglio dove vogliono arrivare e cosa
fanno di preciso gli Ævangelist; il duo vuole far risvegliare le
nostre esperienze più tremende, vuole viaggiare nei meandri del
nostro inconscio andando a pescare e dar fastidio a tutto quello che
è considerato malevolo e negativo. Ma con loro, viaggiamo anche noi.
Immaginate di essere al centro della terra (che allo stesso tempo
risulta essere il vostro inconscio) e di sentire urla
schizofreniche, suoni provocati dal lamento, dalla paura. Ecco, ci
siamo, forse abbiamo capito. Dare un suono alle sensazioni più
negative e nere. La doppietta composta da "Pendulum" e "Death
Illumination", ci fa fare proprio questo. In entrambi i brani
abbiamo dei suoni che enfatizzano in maniera eccelsa l'atmosfera,
che viene creata e resa sempre più reale anche grazie ai riff di
chitarra che spaziano da quelli taglienti a quelli più ragionati a
quelli più articolati. Dalle chitarre infatti, usciranno riff di
matrice black, death, doom, e saranno sempre arricchiti di armonici,
di dissonanze e di arpeggi distorti che sembrano quasi aprire dei
veri e propri squarci sulle pareti del nostro Es. Prendiamo ad
esempio la parte finale di "Death Illumination"; d'improvviso si
alzano delle urla sofferenti miste a disperazione che si intrecciano
con quei neri arpeggi dissonanti. Pazzia e sgomento prendono forma e
vita nella successiva "Funeral Monolith", dove la voce di Ascaris
alterna ancora una volta growl profondi a scream disperati, come se
la vittima di questo tremendo viaggio fosse lui. Tra violenti tupa
tupa il brano scorre via rapidamente e ci porta alla successiva "Hierophant
Disposal Facility", un morboso brano strumentale di 9 minuti dove il
nostro inconscio si scatena come non ha mai fatto prima. All'inizio
ci stordisce con dei rumori particolari, in grado di spaventarci e
farci piegare su noi stessi. Di colpo veniamo sbigottiti e sembra
quasi di essere in preda ad un terremoto quando d'improvviso entrano
i rumori di cui Matron si è occupato. I rumori, ovvero un punto
fondamentale per la proposta del gruppo. E' proprio grazie
all'utilizzo di continui rumori che l'atmosfera sa essere così
tremendamente riuscita e coinvolgente. Il brano nel complesso gira
su pochissimi riff che si ripetono per tutta la loro durata, e
servono più che altro a spaventarci, a dar vita alle nostre
sensazioni, ai nostri incubi più tremendi. Ma è inconscio spietato,
e forse non è neanche l'inconscio che ci sta torturando, ma bensì
una strana creatura di cui ancora non sappiamo nulla. Sul finale del
brano partono blast beat furibondi che danno la possibilità a questa
strana entità di violentare e annientare la ragione. La ragione è
stata praticamente violentata, fatta a pezzi, e noi siamo sempre in
preda a delle convulsioni che ci portano ad urlare di dolore mentre
piano piano veniamo spostati da questo terremoto. Ma dove? Non lo
sappiamo ancora. possiamo solo continuare a sentire urla e suoni
misteriosi, proprio come accade in "The Longevity Of The Second
Death" e nella successiva "Blood & Darkness". Quest'ultima ci porta
all'ultima traccia del disco: "Crematorium Angelicum". Un brano a
dir poco inaspettato. La ragione sembra essere tornata, un arpeggio
pulito e melodico introduce il brano e lo accompagna per qualche
minuto. La voce Ascaris è ancora una volta profonda e potente,
sembrano attimi tranquilli è vero, ma l'atmosfera non è cambiata. Se
infatti entrano in gioco le tastiere di sottofondo, le chitarre
restano sempre sporche e pesanti, andando a costruire un brano che
sembra essere ispirato dai maestri del funeral doom. Si ha come un
senso di malinconia in altri momenti, proprio perché le distorsioni
lasciano spazio a dei suoni puliti e cristallini. Questo, è
semplicemente un addio. Negli ultimi minuti del disco infatti, è
come se stessimo ripercorrendo i momenti positivi della nostra
esistenza. Ecco perché rimane quell'atmosfera sinistra, perché il
brano suona proprio come un addio, come un insieme di ricordi che
non torneranno. Ma al tempo stesso, ci stiamo avvicinando alla
strana entità che scatenava il nostro inconscio, stiamo per essere
risucchiati dalla sua bocca che altro non ha fatto che urlare per
tutta la durata del disco cose incomprensibili ma al contempo ricche
di sensazioni. La divoratrice di angeli ci guarda, ma non ci
elimina.
Questo terrificante viaggio è terminato. Gli Ævangelist sono stati
capaci di farci viaggiare per un'ora intera attraverso i corridoi
abbandonati della nostra mente. Un viaggio assurdo, più che
surreale, dove il centro della terra altro non era che il nostro
inconscio, governato e tormentato da quella morbosa entità che
vediamo anche in copertina. E' dinanzi a lei che termina una delle
migliori uscite in ambito estremo di questo 2012. Il gruppo è stato
capace di realizzare un'opera che sicuramente non è di facile
ascolto e che verrà apprezzata solo dagli amanti di queste sonorità.
Certo qualcosa è da sistemare; essendo un album complesso e lungo,
ogni tanto si hanno dei cali di tensione che potrebbero distrarre
l'ascoltatore, ed è un peccato, perché l'ascolto del disco in
questione andrebbe presa più come un'esperienza. Alla fine del
disco, capiamo anche il perché di quel "noise" negli strumenti, per
il semplice fatto che l'anima noise è davvero fondamentale per il
sound dei ragazzi. Avrete quindi capito che il disco è promosso
senza ombra di dubbio, ma ragazzi, questa è l'ennesima conferma di
come i Portal siano diventati praticamente delle icone. [8 out of 10]
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METAL OF DEATH
Review by Winterstorm
Il divieto ai minori di
18 anni ancora non esiste nel mondo musicale. Eppure per alcune
uscite terribilmente angoscianti come quella oggi oggetto di
recensione i signori che siedono nelle alte sfere celesti dovrebbero
inventare una modalità con la quale avvertire il consumatore.
Dopo una coppia di album non particolarmente riuscite sotto il
profilo qualitativo e del coinvolgimento, qui analizzata, la
tricolore I, Voidhanger Records sferra un altro colpo devastante,
portando alla ribalda un mefistofelico duo americano (ora un trio,
con l’aggiunta di un infernale batterista), dedito al culto
dell’esaltazione della schizofrenia su pentagramma. Attingendo a
piene mani sia dal death metal old school, sia dall’anima
primordiale, fangosa, paludosa del black metal, i due ragazzi,
perché di giovanissimi si parla (il master-mind non ha nemmeno 23
anni, nonché un numero di release appartenenti ai suoi side-project
da incutere timore!), producono ed offrono una fedele
rappresentazione del disagio mentale, fondamentalmente frantumando
la struttura delle loro composizioni, rendendo così la sintassi
franta e fluviale al tempo medesimo. Si passa da cavernosi interludi
abitati unicamente da esigui accordi distorti in minore, a sfuriate
in doppio pedale accompagnate da un growl incomprensibile e fumoso,
impedendo al fruitore di ancorarsi ad un punto di riferimento, che,
considerata la lunghezza importante dell’uscita, intorno all’ora, è
azione quanto meno auspicabile per evitare, come nella fattualità
accade, d’esser travolti da un’onda nera insormontabile.
Palpabile è la sofferenza trasmessa da De Masticatione Mortuorom In
Tumulis, un’autentica odissea attraverso le stanze di un decadente
istituto psichiatrico immerso nelle periferie dimenticate di una
città statunitense ai margini della civiltà sviluppata. Premere il
tasto play sul lettore equivale ad essere uno dei pazienti del
suddetto centro di internamento, schiacciato sul pavimento lurido,
preso a calci nei denti fin quando il sangue non vi permetterà di
distinguere nulla più che qualche macchia di diverso colore apparsa
davanti ai vostri occhi. Oppure ancora ad essere trascinati lungo
scale che si snodano inesorabili verso destinazioni ai piani
inferiori, dove, sapete benissimo, il tavolaccio di legno grezzo non
è certo un luogo di sollievo. Se non amate il parallelo
psichiatrico, chiudete gli occhi ed immaginate d’assistere, chiusi
in gabbia, ad un’efferata tortura d’uno dei vostri più cari affetti.
Lo vedrete dimenarsi, urlare, mugolare, sudare, contorcersi. Prima o
poi la vostra pazienza ed i vostri nervi collasseranno. Sarete
allora pronti per concedervi alle ombre fameliche che la coppia di
musicisti alleva nella sua sala prove, avvalendosi di una produzione
precisa, tuttavia sufficientemente ruvida da mettere in adeguato
risalto la natura sulfurea dell’album. Ciò abbinato ad un artwork
tra i meglio riusciti in ambito estremo nell’ultimo periodo (una
“cosa” disturbante sbattuta sul muso non è così piacevole)
contribuisce a costruire attorno allo sfortunato entrato in contatto
con il primo full lenght di casa Ævangelist di avere perfettamente
presente la definizione di “incubo durante lo stato di veglia”.
Praticamente impossibile sistemarsi le cuffie, attenuare le luci
senza avvertire progressivamente sciami di brividi correre lungo la
schiena, i quali si impossessano privi di indugio della psiche,
realisticamente paralizzando chi infestano. Decisamente una gradita
sorpresa per coloro i quali già mostravano maschere scettiche
dinnanzi alle precedenti, di cui accennavamo, scommesse della label
siciliana, anche se, la band battente bandiera a stelle e strisce
non è la prima a gettare in pasto un cervello umano sezionato al
pubblico. Mentre preparavo questo scritto, complice un intricato
sistema di impegni-domino, ho avuto tra le mani, quasi un segnale
divino, il vecchio Deathstination, datato 2003, dei danesi Woebegone
Obscured, uscito proprio per la stessa etichetta. Offerta
accostabile, risultati parecchio affini. Il fatto che due opere
muscolari e psicologicamente destabilizzanti siano state catturate
nella rete della Voidhanger, dimostra il suo buon operato,
sottolineando ulteriormente come qualche parziale passo poco solido
abbia costantemente un contrappunto. Terminando la disamina, De
Masticatione Mortuorom In Tumulis preserva un alone di pesante
misteriosità che lo rende ciò che in un anglosassone definirebbe un
“must-have” per chiunque prediliga un’introspezione drogata dalla
devianza, avvelenata ulteriormente dall’atmosfera lovercraftiana. Se
al contrario, le vostre preferenze non si dirigono nella direzione
dell’annichilimento della mente, essendo meno avvezzi alle
perversioni psicotiche di cui la fiamma nera si fa portatrice,
probabilmente non comprenderete il significato profondamente
innovativo della pubblicazione della Voidhanger, atta ad
un’effettiva lobotomia delle pulsioni positive, ma, comunque, non
sarete in grado di negare lo spessore intellettuale ed artistico
della release. Promossi a vele spiegate, da qualunque ottica si
consideri. [88 out of 100]
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CHURCH OF DEVIANCE
Review by Edoardo
Portal e Mitochondrion
sembrano aver gettato le basi per nuovi canoni nel Death Metal. Questi
canoni ovvero: muro di suono altisonante, sovrapposizione di voci,
effetti ridondanti e psichedelici, chitarre opache e soffuse e batteria
minimale si destano in perfetta maniera nel primo Full dei Ævangelist :
De masticatione mortuorum in tumulis. Un po sulla scia degli Emptiness
anche questo nuovo lavoro ci presenta una band che riesce a dare una sua
visione del Death Metal più apocalittico e pachidermico, infernale e
senza pietà.
Non è Black/Death Metal e non mi sento proprio di chiamarlo nemmeno
Death/Doom Metal, è semplicemente un nuovo filone creato dalle band
sopra citate.
De masticatione mortuorum in tumulis non è perfetto...anzi, però riesce
nel tentativo di proporre qualcosa di poco sentito, non originale, ma
poco sentito. Bisogna aspettare molto per esempio per scovare l'Hit, The
Longevity of Second Death è una perla di maestria e follia, un titano
incontrastabile in cui le due chitarre duettano in maniera elegante ed
insana, le voci alternano e sovrappongono scream velenosi con growl cupi
e neanderthaliani. Dopo un paio di incerte Death Illumination e
Hierophant Disposal Facility (tra l'altro da 9 minuti ciascuna), non che
Anno mortii : Gnostic Transcendental Heresy sia un capolavoro di
bellezza, valida solo negli ultimi minuti, il cd si lancia finalmente
nei suoi cavalli di battaglia con un trittico finale che vale l'ascolto
del cd. Blood & Darkness non stupisce ma colpisce, quella che da la
stoccata finale è Crematorium Angelicum, finalmente usano gli effetti
non alla cazzo di cane, finalmente si destano dal sonno e riescono a
creare atmosfera che si possa chiamare tale e non sia solo ronzio.
Ridondante ma non noiosa, particolarissima, da ascoltare fino allo
sfinimento nonostante la durata, una traccia veramente memorabile.
Insomma, si sente come il meglio sia stato lasciato alla fine, si sente
una band con un grande potenziale ma che ha sbagliato circa metà cd (3
canzoni over 9 minuti) per cui non si può essere così clementi, cd
validissimo ma che soffre di inesperienza, ma tant'è che ci
accontentiamo, suvvia, non facciamo gli schizzinosi, se tutti i cd
fossero di questo calibro il Death Metal sarebbe una cosa bellissima,
peccato che campano ancora personaggi come Chris Barnes.
[7 out of 10 - They will save Death Metal]
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METAL.IT
Review by R. Tarallo
Vi ricordate quando da
piccoli capitava di spaventarsi per qualcosa e di avere una immagine
fissa per giorni, un suono, una sensazione addosso, che ci ossessionava
e ci si insinuava addosso fin dentro nei più remoti angoli del
cervello? Come quando capitava in tv l'accenno di un film "di
paura", o qualche parente mattacchione si divertiva a terrorizzarci
con qualche amena fiaba? Ecco, questo è l'effetto che fa "De
Masticatione Mortuorum In Tumuli". Chiariamo subito le cose,
l'album richiede davvero molti ascolti, e anche una certa
predisposizione mentale. Gli Aevangelist hanno davvero qualcosa
che non va, e con questo album riescono ad evocare sensazioni davvero
scomode, oscure, malate e perverse, rievocando immagini angoscianti e
cupe. Ascoltare quest'album è un poco come rivedere alcuni incubi di
infanzia, ma su una pellicola rovinata e logora. Il duo americano
propone una inquietante miscela di death e black, con fortissime
influenze sonore sperimentali e di destrutturazione sonora, anche se non
me la sento proprio di limitare la proposta musicale ad un qualche
genere specifico. Personalmente ho avvertito diverse influenze, tra cui Blut
Aus Nord, Vasaeleth e vagamente qualche perversione sonora
(seppur in secondo piano) riconducibile ai Plasma Pool. Anche le
linee vocali, in alcuni tratti lamentose e volutamente quasi al limite
della nenia, si rifanno a quelle di Attila Csihar. Brani lunghi e
logoranti : samples, tastiere mefitiche, blast beats spezzati in pause
dissonanti, riff di chitarra coesi con tutti gli elementi noise..tutto
affilato come una lama pronta a recidere una arteria pulsante. Tutte le
tracce si uniscono come una unica dilaniante e lancinante agonia sonora,
fatta eccezione per la finale "Crematorium Angelicum",
dove tutto va al contrario e appare una melodia di chitarra dal vago
retrogusto doom. Questo non è un disco per tutti, e non mi va neanche
di sparare mischiate dicendo che è solo "per chi vive il culto e
blablabla". Ma sta di fatto che vi posso assicurare che non sentivo
qualcosa di così profondamente disturbato e perverso da tanto, e forse
chi si è rivisto in questa recensione dovrebbe trovare il tempo di dare
un ascolto a questo lavoro degli Aevangelist. Davvero oltre la
media, in un panorama oramai saturo, dove tutti si credono dei veri
cattivoni..ma non si rendono conto di essere più ridicoli della bambina
spettinata di The Ring.
[8 out of 10]
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ZYK'S
ASYLUM
Review by Zyk
"This is how we ruined
the world?"
É assim que começa este espantoso album dos desconhecidos Ævangelist,
uma frase dita por uma voz doce que define realmente o que vai acontecer
na proxima hora.
Quando ouvi a banda pela primeira vez o que senti assemelhou-se um pouco
áquilo que senti aquando do primeiro contacto com os surpreendentes
Mitochondrion ou seja estava perante algo diferente, abismal e poderoso.
E realmente o album não só confirma essas boas indicações deixadas
na altura como as eleva ainda um pouco mais, embora saiba que isto não
é nem será um album muito facil ou agradavel para a grande maioria das
pessoas.
As referencias a Mitochondrion e Portal são evidentes, mas ao contrario
de algumas copias atuais Ævangelist consegue sobressair um pouco mais
desse lote, já que a formula usada não se resume somente ao estranho 2+3
usado pelos nomes acima citados.
Referencias a lembrar o lado sci-fi que nos atiram para uma viagem aos
comandos de Darkspace tambem se apanham um pouco ao longo do album
(conferir Crematorium Angelicum), não de uma forma direta ou
evidente mas estão lá, principalmente no lado mais ambiental, tambem não
é de estranhar porque existe muita parafernalia maquinal esta muita vez
quase a entrar nas dissonâncias drone usadas em albuns como o MoRT ou
Odinist de BaN..
A banda é formada pelo Ascaris (ex-Velnias na voz) pela mente
psicotica do Matron Thron que dá vida a Benighted In Sodom e mais
umas dezenas de outros projetos, e aquilo que a partida podia parecer
estranho, conhecendo os projetos por andaram metidos nos ultimos anos,
tornou-se naquele que é para mim o mais fantastico album de Death-Metal
que ouvi até agora este ano, passando monstros do calibre de Witchrist
ou Wrathprayer algo que julgava impossivel e são tambem referencias
naquilo que fazem.
A produção do album é limpida ao contrario daquela sonoridade "enxame
de abelhas" de uns Portal por exemplo, o que acaba por dar um
toque organizado á caotica sonoridade de Ævangelist, que acaba por ser
um enorme ponto a seu favor.
Hipnotico, extremo e brutal é o que resulta da junção destas
influencias e o duo sabe os terrenos onde se move e em vez de se
afundarem em algo esteril conseguem aqui criar uma aberração
monstruosa nauseabunda e tortuosa.
Sem duvida um dos albuns mais assustadores do ano senão o mais
assustador mesmo, tentem ouvir a Hierophant Disposal Facility em
total escuridão ou a excelente The Longevity of Second Death num
daqueles dias em tudo vos mete impressão e depois tentem sacar aquilo
que vos está a passar pelo corpo.
Ouçam, comprem ou sei lá mas não deixem passar isto ao lado se gostam
de musica feia, demente, psicotica e totalmente abissal.
Se existem os quatro cavaleiros do apocalipse, os Ævangelist são um
mensageiro bem medonho do que está para vir, acreditem!
Recomendado muito mesmo!
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LAND
OF SERPENTS
Review by Abominavel Homem Das Neves
Eles…eles (suspiro)
eles andam por todo lado, a minha mente não se silencia, eles não o permitem,
por vezes recordo-me de uma outra vida, uma outra vida que outrora
habitava no meu coração, por vezes recordo-me do som de uma gargalhada,
dos traços faciais daqueles que me eram queridos, do sabor, do silencio.
Eu não tive hipótese …..
eles espalham-se como um vírus, tive que os matar! por um fim, a
recompensa não foi benéfica, para nenhum dos lados, sempre pensei que
foi para isto que fomos “fabricados”. Existem alturas em que me
pergunto a mim mesma se sou a última sobrevivente, se assim o for,
o meu querido planeta azul passou a ser um dos maiores cemitérios do
universo actual.
Sê a testemunha e ao mesmo tempo a vitima da premunição mais
sangrenta que se avizinha, sê a constelação mais infiel ao manto
preto sê a advinha envenenada. Ah instantes ficou um testemunho
teatral que se instalou no meu subconsciente ao carregar no play do
trabalho de estreia dos Americanos ÆVANGELIST.
DE MASTICATIONE MORTUORUM
IN TUMULIS não é nada mais nada menos do que um organismo
vivo capaz de rasgar qualquer alma em mil e um vidros de uma forma impiedosa.
Litros de sangue a escorrer pelas paredes da vida, ao primeiro milésimo de
segundo, o teu subconsciente vai abrir portas a um mundo hostil, oito
faixas repletas de escuridão, o conforto estará perto do nulo no
decorrer desta orquestra apocalyptica.
E quando a cegueira imoral chegar
ao fim os tambores do apocalypse destruíram o manto, o
manto da ilusão da vida.
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EMPIRE
OF DEATH
Review by Kratos
Ci
sono dischi che nascono per spiazzare, stupire e lasciare senza parole.
Ci sono dischi difficili da comprendere, difficili da descrivere ed
analizzare nel profondo, perché evocano sensazioni/emozioni, toccando
le corde più nascoste, oscure e pericolose dell’animo umano.
Ci sono dischi che più che ascoltare, li vivi sulla tua pelle.
Non sono tantissimi i lavori di questo tipo, ma il debut album della
creatura Ævangelist, dall’eloquente titolo “De Masticatione
Mortuorum in Tumulis”, rientra pienamente all’interno di questa
casistica. Un disco che prende per il colletto tanti sedicenti
innovatori e li manda a fare in culo senza pensarci due volte, un disco
che afferra per i testicoli tanti (presunti) portatori di morte e
messaggeri di oscuri presagi e glieli stritola fino a farli diventare
delle fighette.
C’è davvero qualcosa che non va nelle menti malate di Matron Thorn
(tutti gli strumenti, samples) e di Ascaris (voce), due entità malevole
che lavorano in America e che venerano culti antichi e sconosciuti ai più,
e trasportano in musica, in maniera abissalmente terrificante, tutto
quanto ci sia di oscuro, malsano, maleodorante e perverso si possa (e
non) immaginare.
C’è realmente qualcosa di inquietante nella proposta degli Ævangelist,
perché “De Masticatione Mortuorum in Tumulis”, ancor prima di
un’opera di difficile codifica, è un’opera che fa paura, che mette
a disagio, che non ti fa sentire al sicuro nemmeno quando l’ascolti in
casa con la luce accesa (ma il consiglio è di ascoltarlo al massimo
volume al buio, o in macchina, di notte).
Ma cosa suonano sti due malati di mente?
Difficile a dirlo: possiamo ipotizzare una base neozelandese/australiana
di chaotic death metal (primi Witchrist, Portal), più alcune cose di
Godflesh, ma di fatto la band americana rivela già al debutto (ma non
bisogna dimenticare l’EP “Oracle of Infinite Despair”) una
grandissima personalità ed una consapevolezza dei propri mezzi
destabilizzante. Brani lunghissimi, sfiancanti, privi di vere e proprie
strutture, architetture sbilenche che rifuggono le leggi della fisica,
dove spazi pieni e vuoti si susseguono senza una logica, o per lo meno
seguono una logica fino ad ora sconosciuta a mente umana.
Una proposta pesante, ai limiti del monolitico, oscura e profonda come
un pozzo senza fondo dove la luce del sole non può arrivare, un disco
freddo, gelido, deumanizzato, ma che fa provare più emozioni di quanto
si possa pensare.
Parlare dei singoli pezzi è assurdo tanto “De Masticatione Mortuorum
in Tumulis” rappresenta un mostro mutaforma che ingurgita il death
metal anche degli Incantation e lo digerisce con succhi gastrici di
samples e tastiere ammorbanti, ma va detto che i quasi sei minuti di
“Pendulum” sono qualcosa che trascende il semplice concetto di
malvagità in musica, ma i restanti brani non sono da meno. L’unico
che in un certo senso prende le distanze dagli altri corpi infetti è
l’ultimo “Crematorium Angelicum”, all’interno del quale fa la
sua comparsa la melodia sotto forma di una chitarra effettata che sa
tanto di doom-death.
I suoni sono perfetti, grossi, profondi e ruvidi il giusto, la
performance della band inattaccabile; sugli scudi il ruggito disturbante
di Ascaris, dal timbro nero come oleosi pozzi di catrame.
Un disco ostico, che si prende i suoi tempi e per questo necessita di
numerosi ascolto per essere compreso ed, eventualmente, apprezzato, ma
se si supera lo scoglio iniziale, ci si accorge che “De Masticatione
Mortuorum in Tumulis” altri non è che una delle migliori sorprese
dell’anno: un’opera ipnotica avvolgente, intrisa di spiritualità
maligna e foriero di oscuri presagi.
Da ascoltare, a prescindere dai propri gusti e da qualsiasi siano le
vostre preferenze musicali.
[9 out of 10]
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FROM
THE DUST RETURNED
Review by Autothrall
Though its musical structure
inhabits both the death and black metal species which spawned it, I'd
almost hesitate to limit De Masticatione Mortuorum in Tumulis to
either category. Disturbing, experimental and almost wholly unwelcoming,
Matron Thorn and crew have really written themselves something here that
will paint the walls of sanity with the listener's cranial contents.
This album is so fucked to filling that even with the prior awareness
and experience of last year's Oracle of Infinite Despair EP I
found myself absolutely mortified by the subterranean asylum at its
core. Not only will the cover haunt you for months to come (easily one
of the best I've seen this year), but its fragmented, dissonant aural
entrails require numerous runs through to really acclimate oneself.
Those who have experienced Thorn's more storied black metal act, Benighted
in Sodom will be well aware of how the guy thrives on atmosphere,
and this record is no exception. Spectral ambiance, mourning wails and
other glimpses of madness saturate the central, rhythmic clusterfuck,
and the riffs are crafted in this muddied vortex of low end tone that
you'd expect out of bands like Portal. Unlike the Australians
though, who breed unease through the shifting patterns of drum and
guitar alone, Ævangelist is more interminably vast in scope.
Fucked up bass lines cavort through its sodden miasma of darkness, and
the atonal guitar progressions writhe along like serpents and insects in
the soil, devouring one another. There is no sense of warmth here, no
positive emotional outreach, and no escape. This is music that gave up
on life a long time ago and now revels in its butchered ugliness. Blast
beats are broken into dissonant pauses, and there is very little 'conventional'
to how even the album's basest riff structures feed into its maddening
matrix. Songs will both drone and thunder along for periods of up to
9-10 minutes, but even though the sound-set of the guitar, feedback and
other noise elements are cohesive throughout, I always felt like
something there was something new around each corner, a fresh razor
carving my ears out.
Admittedly, the guttural and snarled vocals, which are often wrought in
unison, or nothing quite so unusual as the music that swallows them, but
there are also these numbing, choir-like ambient effects and broken
pieces of orchestration that help add a higher pitch to the mire of the
guitars. The blend of these sounds with even the most recognizable and
structured death metal rhythms (as in "Blood & Darkness")
create something expressly psychotic. Clean guitars also exist here,
like with the finale "Crematorium Angelicum", but rather than
offer a hint of sunshine, they're molded in unnerving cycles that are
just as chilling as the most repulsive, blasting material elsewhere. It's
almost as if someone came up with the idea to combine the moodiest
depths of depressive USBM luminaries like Leviathan and Xasthur
with a filthy, warped interpretation of old school death caked in grime
and torture. I felt that same sense of futility, loss and desperation.
And it works all too well, an apple as rotted on the outside as its
worm-infested innards. Sure, there might not be anything here you'll
find yourself humming to en route to the cubicle or sonny's soccer
match, but if you're in the market for some hazy, discomfited
nightmare, pass on that next heroin fix and meet your new dealer.
[9 out of 10]
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SATAN
OWES US MONEY
Review by Gulo Gulo
Té, c'est que ça commence
à être peuplé, dans le coin du chaoccultmudstorm death metal (comme
on dit vers Carcassonne) né au(x) pays des extrêmes ! Alors, ces
petits nouveaux apparemment assez marqués par Mitochondrion en
particulier, et dont le disque lui-même est imprimé d'un diagramme qu'on
croirait celui qui orne Swarth, seulement à travers une vue
brouillée par d'assommants stupéfiants mystiques - qu'est-ce qu'ils
ont à rajouter au pot commun ? Ma foi, une forte teneur en kinky indus
d'horreur, on pense irrépressiblement au mysticisme sinistre de Mynox
Layh, aux protocoles de sévices de Sektor 304 et Sigillum S, à la
sordide infra-souillure des Archon Satani, des P/D (B) et des Stratvm
Terror ; et un goût certain pour les parties de sans-jambes en l'air
avec les anacondas, ce qui n'est pas antinomique, il n'est que de voir
quelles écœurantes délices de toxicité sont ces huileuses
ondulations de gaz nécrosant ; Aevangelist est également bien enraciné,
ainsi qu'un chancre, dans une certaine conception du doom, au croisement
interlope de la toxicosmicomanie maniaco-dépressive d'Esoteric, et de
la grandiloquence dégénérescente des macaronis d'Urna ; et encore,
assez peu surprenamment tout compte fait, dans la militaire et
totalitaire stridence du Godflesh ou du Red Harvest le plus est-allemand
; et dans la combinaison irrespirable d'In Slaughter Natives,
dISEMBOWELMENT et Malformed Earthborn ; ce qui, à l'heure de l'addition
pour le mental assiégé, donne un résultat proche de celui qu'obtiennent
les abominables Bloodkitt - soit, ainsi que dirait Jean-Pierre Bacri,
une sorte de saturation - une asphyxie pas assez totale pour
bienheureusement sombrer, un assaut bouchant tout - il faut dire qu'il y
a ces guitares, dont les translucides notes n'ont aucune couleur, que le
goût du métal aigre, et puis cet ostinato quasi-subliminal de petit chœur
de la terreur, sale et insinuant comme du yelworC et qui court
narquoisement partout comme de la tuyauterie suante, insaisissable à
s'en rompre le crâne contre les murs avec ardeur, pour goûter enfin
cette pulpe qui sans fin se dérobe, fantomatique, ainsi qu'un fumet
labile dans un ragoût, excitant toujours plus l'appétit mécanique des
cogneries mécaniques à puissants pistons.
Finalement, Aevangelist n'a pas grand chose à voir avec une sorte de génériquisation
de la nouvelle clapotante vague du cauchemardeath. Plutôt à un type inédit
de cauchemar, qui brûle les yeux par en-dedans et qu'on croirait
presque italien (m'enfin, ce finale de lover ?!), pour dire un peu...
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